Magazine Cucina

Dallapiccola: “Non faccio la guerra alle OTA”

Da Trentinowine
Dallapiccola: “Non faccio la guerra alle OTA”

Ogni tanto è opportuno tornare indietro. E dire e dirsi: ho esagerato. Ebbene sì: questa volta, quella volta, ho esagerato. Mi riferisco al post dell'altro giorno intitolato "La Guerra Totale e gli scarponi di cartone dell'assessore". Uno sberleffo in piena regola nei confronti dell'assessore al Turismo e all'Agricoltura della provincia di Trento, Michele Dallapiccola.

In quelle venti righe, lo accusai, pressapoco, di essere un velleitario e uno sprovveduto, pronto a far la guerra alle OTA (Online Travel Agency). Per fare a brandelli l'assessore mi ero basato sul titolo di un quotidiano ("Un brand unico e <<guerra>> a Expedia"). Ma i giornali, come si sa, ogni tanto esagerano e strillano. Almeno nei titoli. E io mi sono fatto prendere la mano.

Vabbè è stata una mia ingenuità, se fossi andato subito alla fonte, probabilmente ora non sarei qui a rettificare.

Comunque, alla fonte, ovvero all'assessore, ci sono andato il giorno dopo. Dallapiccola, che mi pare essere un uomo di spirito, mi ha gentilmente concesso una breve intervista telefonica, che chiarisce meglio il suo pensiero sulla questione, discussa e anche piuttosto spinosa, dei sistemi di prenotazione on line, su cui anche la Pat ha investito un sacco di soldi, mettendo a punto una piattaforma che si chiama Feratel. Che alcuni considerano efficiente e che i più, i più fra gli operatori, invece considerano quasi inutile. Ma questi sono altri discorsi.

Vediamo, invece, cosa pensa veramente l'assessore.

Ghino di Tappo: Assessore, allora la facciamo questa guerra con la fionda o non la facciamo?

Michele Dallapiccola: Non mi sono mai sognato di pensare che la Pat con i suoi strumenti potesse dichiarare guerra a qualcuno in questo settore.

GdT: I giornali hanno riportato altro...

MD: I giornali hanno enfatizzato un passaggio del mio intervento davanti ad un centinaio di persone, fra operatori del turismo e amministratori

GdT: D'accordo, quale è allora il suo pensiero circa il potere condizionante delle OTA

MD: Credo sia necessario farci in conti e prendere delle contromisure: del resto sono mesi che raccogliamo i punti di vista e le proposte degli operatori turistici che lamentano, soprattutto, il costo eccessivo delle commissioni da pagare alle OTA

GdT: Quindi cosa intendete fare?

MD: Intanto non abbiamo mai pensato di poterci sostituire a Booking o a Expedia; non è questo quello che pensiamo di fare e che dobbiamo fare. E del resto, in fondo, visittrentino non è una biglietteria on line

GdT: E quindi?

MD: Quindi, il senso del mio intervento dell'altro giorno era questo: dobbiamo investire di più sulla rete per rendere più attrattivo il nostro portale, più attrattivo e più semplice.

GdT: Solo questo?

MD: No, non solo questo. Vede, ogni anno il nostro portale viene contattato da circa due milioni di turisti potenziali, che cercano informazioni ma che poi si perdono. Dobbiamo fare in modo di patrimonializzarli e di tenerli presso le nostre strutture.

MD: Stiamo pensando, e fra qualche settimana sarà rilasciata una nuova release del portale, ad una maggiore integrazione fra visittrentino e le strutture ricettive, si tratta di pensare ad un sistema di link che click dopo click conduca con agilità e rapidamente il visitatore al sito individuale dell'azienda ricettiva. E' un passaggio fondamentale, questo, per patrimonializzare a favore delle aziende trentine i contatti di visittrentino, in un'ottica di multipiattaforma integrata.

GdT: Quindi non niente guerra alle OTA...

MD: No, niente guerra non sono così sprovveduto...

GdT: E allora mi scusi tanto e porti pazienza per le mie intemperanze e i miei abbagli...

E dopo questa intervista, sono sicuro che la mia cara amica che qualche giorno fa affettuosamente mi ha scritto: " PS: Ormai abbiamo capito tutti che tu ti sei innamorato del Pecora e hai tradito la fede di sinistra", avrà ancora più confermate le sue convinzioni su di me!

    Potrebbero interessarti anche:
Dallapiccola: “Non faccio la guerra alle OTA”

Nacque a La Fratta nella seconda metà del XIII secolo, oggi nel comune di Sinalunga (SI). Figlio del conte ghibellino Tacco di Ugolino e di una Tolomei e fratello di Turino, era un rampollo della nobile famiglia Cacciaconti Monacheschi Pecorai, e insieme con il padre, il fratello e uno zio commetteva furti e rapine, nonostante la caccia che gli veniva data dalla Repubblica di Siena. Una volta catturati, i membri maggiorenni della banda vennero giustiziati nella Piazza del Campo di Siena, mentre Ghino e il fratello si salvarono grazie alla loro minore età. Rifugiatosi a Radicofani (SI), una rocca sulla Via Cassia, al confine tra la Repubblica di Siena e lo Stato Pontificio, Ghino continuò la sua carriera di bandito, ma in forma di "gentiluomo", lasciando ai malcapitati sempre qualcosa di cui vivere. Boccaccio, infatti, lo dipinge come brigante buono nel suo Decameron parlando del sequestro dell'abate di Cluny, nella II novella del X giorno: Ghino di Tacco piglia l'abate di Clignì e medicalo del male dello stomaco e poi il lascia quale, tornato in corte di Roma, lui riconcilia con Bonifazio papa e fallo friere dello Spedale. Dante, invece, gli concede un posto tra i personaggi citati nel sesto canto del Purgatorio della sua Divina Commedia, quando parla del giurista Benincasa da Laterina (l'Aretin), giureconsulto a Bologna, poi giudice del podestà di Siena, ucciso da un fiero Ghino di Tacco.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog