Ai premi Oscar di quest’anno pare che la sfida diretta per il titolo di miglior attore sia tra il Leonardo Di Caprio di The Wolf of Wall Street e il Matthew McConaughey di questo Dallas Buyer Club, ed è una sfida mica da ridere. Di Caprio sfiora il premio da anni e nonostante spesso meritasse la vittoria a mani basse, ora che si ritrovava ad averlo praticamente in mano, ecco comparire uno sfidante di tutto rispetto, che proprio quest’anno ha fatto l’interpretazione della sua vita e che già sul finire del 2013 ha portato a casa una spaventosa serie di premi per questa parte. Era da tanto che volevo confrontare i due attori, ma anche i due film entrambi candidati al premio principale, e questa sera finalmente in un cinema piccolo e polveroso ci sono riuscito.Il film si svolge tra l’85 e l’88 ed è ispirato a una storia vera quella di Ron, texano modello. Adora le donne, l’alcol, le sigarette, le droghe, i rodei e la carne. Odia gli stranieri, gli omosessuali e chi in generale è considerato “diverso”. Vive in una casa mobile e lavora come operaio: lo stereotipo del cittadino proletario del sud degli states. Dopo essere stato ricoverato per un incidente sul lavoro Ron scopre di avere l’AIDS, malattia spesso legata all’omosessualità che oltre a farlo infuriare lo renderà un emarginato nella sua stessa “tribù”, e 30 giorni ancora da vivere. Nel frattempo negli ospedali parte la sperimentazione di un nuovo farmaco anti-HIV, l’AZT, e Ron lo prende con la complicità di un inserviente. Il farmaco non ha effetti positivi, anzi Ron è sempre più malato e si rivolge a un dottore in Messico, che gli sconsiglia di prendere l’AZT e gli da altri farmaci più efficaci che però in America non sono stati approvati. Ron torna in America con una grande quantità di farmaci che inizia a spacciare. Di lì a poco apre il Dallas Buyer Club per le cure alternative all’AZT.
La pellicola rischia seriamente di vincere anche il titolo di miglior film ai prossimi Oscar, staremo a vedere.