Di recente ho provato la Nintendo Wii. Ammetto con un pizzico di vergona di non averla mai provata fino a lunedì scorso, e devo dire che è uno strumento decisamente "succoso". La Nintendo ne ha fatta un'altra delle sue, e ha messo in piedi un sistema di interazione con i videogiochi unico e semplice. Ha tradotto in successo anni di tentativi fallimentari di superare il joystick/joypad, e i numeri lo dimostrano: oltre 72 milioni di Wii distribuiti nel mondo, la console più venduta nella storia dei videogiochi.
Tutti noi, chi più chi meno, conosciamo la Nintendo, e conosciamo cosa può fare. La Nintendo è un'azienda con sede a Kyoto, in Giappone, che nel corso degli ultimi 30 anni ha fatto sognare diverse generazioni di bambini, ragazzi e adulti con le sue console e i suoi videogames.
Grazie ai videogiochi, la Nintendo oggi è una delle aziende più influenti e ricche del mondo: nei soli Stati Uniti, la Nintendo copre un mercato del valore di 85 miliardi (si, esatto, miliardi) di dollari. Fino all'ottobre 2008, la Nintendo aveva venduto oltre 470 milioni di pezzi di hardware in tutto il mondo, e 2,7 miliardi di software.
La Nintendo è quindi un colosso dei videogiochi. Ma vi sorprenderebbe sapere che l'azienda è nata nel 1889, quando il termine "videogame" non era associabile a nulla che la tecnologia del tempo avrebbe mai potuto realizzare?
La Nintendo è nata il 23 settembre 1889 dall'iniziativa di Fusajiro Yamauchi, con il nome "Nintendo Koppai", e si trattava essenzialmente di un'azienda di produzione di carte da gioco.
Le carte, note come "hanafuda", erano realizzate in legno di gelso, e vendute attraverso due negozi, uno a Kyoto e l'altro ad Osaka.
I giochi di carte sono sempre stati molto popolari in Giappone, tanto che la Yakuza ne fece parte del proprio business fin dal medioevo. Ed è proprio grazie a questa passione per le carte (e per i giochi d'azzardo legati ad esse) dei giapponesi che la Nintendo crebbe velocemente, costringendo Yamauchi ad espandere la propria azienda, e mettendolo nella posizione di maggior produttore di carte da gioco in Giappone, tanto da istituire addirittura un torneo di bridge chiamato "Nintendo Cup".
La Nintendo si occupò solo di carte da gioco (orientali e occidentali) per quasi 70 anni, fino al 1956, quando il nipote di Fusajiro, Hiroshi, effettuò una visita negli Stati Uniti per discutere di business con la United States Playing Card Company. La sua visita gli fece ottenere anche contatti con la Disney, e l'autorizzazione alla Nintendo per la stampa di carte da gioco raffiguranti personaggi famosi dei cartoni animati.
Ma la visita negli USA ebbe anche un'importante influenza sulla futura sorte della Nintendo: Hiroshi si rese conto dei limiti della vendita di carte da gioco, e decise di espandersi ad altri settori. La compagnia venne rinominata "Nintendo Company, Limited", ed iniziò ad immettere capitali nella televisione, in catene di hotel, in compagnie di taxi e in alcune aziende di produzione di "riso istantaneo".
Tutti questi investimenti si rivelarono inconcludenti, se non addirittura disastrosi. Il colpo di grazia finale (o quello che allora sembrò essere tale) arrivò nel 1964, quando il mercato delle carte da gioco crollò, lasciando la Nintendo con un capitale ridicolo.
La Nintendo non è nuova a problemi di natura commerciale, o con i consumatori: giusto a titolo d'esempio, nel 2007 non riuscì a sfruttare un pezzo di mercato da 1 miliardo di dollari per via del fatto che il numero di Wii disponibili non era sufficiente.
Ma la Nintendo è una fenice, in grado di risorgere dalle sue ceneri. La svolta si verificò nel 1966, quando il settore giocattoli dell'azienda iniziò a sfornare idee interessanti e che facevano presa sui bambini. Ultra Hand, Ultra Machine, Love Tester, Kousenjiuu furono i giocattoli che rilanciarono la Nintendo, ma fu solo nel 1974 che l'azienda si immerse nel mercato dei videogiochi e delle console.
A quel tempo, la Nintendo produceva la Color TV Game, una console videoludica domestica alla quale contribuì anche Shigeru Miyamoto, l'uomo che fece decollare l'azienda grazie all'invenzione di titoli di successo mondiale come Mario, Donkey Kong e The Legend of Zelda.
Fu solo nel 1980, dopo circa 5 anni di sviluppo di alcuni titoli videoludici di scarso successo, che la Nintendo produsse il NES (Nintendo Entartainment System), console che fece cambiare completamente il mondo dei videogames.
Il cambiamento epocale avvenne proprio grazie ad un gioco di Miyamoto, Donkey Kong, che nel 1981 consolidò da solo il bilancio della Nintendo e fece iniziare la storia di successo della compagnia. Donkey Kong rivoluziona per molti versi il mercato dei videogames (specialmente quello americano, per il quale fu specificamente progettato): è il primo gioco con grafica complessa per la caratterizzazione dei personaggi, comprende scene out-of-play per creare una storia, ed è sviluppato a livelli multipli. Compare inoltre per la prima volta la versione rudimentale di Mario, che in futuro lancerà la Nintendo verso l'eccellenza.
Il tutto grazie ad un team di 4 persone (Miyamoto escluso) ed un totale di 20.000 linee di codice.
Il primo test americano di Donkey Kong dimostrò che la Nintendo aveva una marcia in più: furono installati due videogiochi in altrettanti bar di Seattle, non senza la preoccupazione dei proprietari, che non vedevano molti margini di guadagno. Ma dopo che, in una sola settimana, i guadagni registrati furono di 30 dollari al giorno (circa 120 partite quotidiane), e furono subito richieste nuove unità (2000), ottenute convertendo un gioco di scarso successo come Radar Scope in Donkey Kong.
Nel giro di un solo anno, dal giugno 1981 (data di commercializzazione ufficiale del gioco) al giugno 1982, Donkey Kong realizzò incassi pari a 180 milioni di dollari. E la storia della moderna Nintendo come azienda leader nell'hardware e software videoludici ebbe inizio.
Super Nintendo, Nintendo 64, Game Cube, Game Boy, Nintendo DS e Wii. La Nintendo non solo è diventato un gigante nella produzione di console innovative, ma ha anche inventato veri e propri dimensioni videoludiche. Mario, Zelda, i Pokemon (si, sono della Nintendo, grazie alla mente di Satoshi Tajiri) hanno attorno mondi (e merchandising) ben riconoscibili, mondi che hanno pochi eguali nel mondo dei videogiochi da console.
P.S. La Nintendo non mi paga. Se lo facesse, non sarei qui a scrivere nella speranza che qualcuno clicchi su un banner. Ma la Nintendo mi fa sognare fin da bambino...
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