Dalle Hawaii mano tesa per la cura al mesotelioma

Creato il 16 gennaio 2012 da Lapulceonline

“Da medico e scienziato posso dirle che con quei milioni di euro si possono fare certamente molte cose per prevenire il mesotelioma”. LO dice il direttore del Cancer Center di Honolulu, Hawaii, Michele Carbone, in una lettera divulgata appositamente dal Comune di Casale Monferrato, per cercare di bilanciare le opinioni sul “dilemma”: accettare o no i soldi di uno degli imputati. “Consideri le risorse del cancer center di Honolulu a disposione dei pazienti di Casale”, conclude il ricercatore, ben a conoscenza del mesotelioma, “problema mondiale, non solo casalese”, anche perché nel centro sanitario lavora un cervello in fuga dall’Università del Piemonte Orientale (Giovanni Gaudino), esperto del problema.

Carbone si è detto disponibile a mettere a disposizione le conoscenze della sua struttura per la ricerca perché il problema, per essere trattato e risolto, ha bisogno di capitali e strutture internazionali. “La popolazione di Casale rappresenta una coorte unica per la ricerca sul mesotelioma, e le suggerisco di utilizzare questo interesse per mobilizzare risorse e per fornire ai cittadini di Casale accesso alle più moderne strategie di prevenzione, diagnosi e terapia”.

Ecco le idee lanciate dal primario italiamericano: “Possiamo poi monitorare la popolazione esposta con biomarkers. Quest’anno abbiamo scoperto che la predisposizione genetica ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del mesotelioma  Si potrebbe testare la popolazione esposta a Casale per individuare le persone a piu` alto rischio che potrebbero essere monitorate di frequente per la diagnosi precoce. Uno dei problemi principali a trattare i pazienti di mesotelioma è che solo il 5-10 % risponde a un particolare regime chemioterapico. Spesso occorre testare 3-4 regimi chemioterapici prima di trovare un farmaco che funzioni e alla fine non si riesce ad aiutare il paziente”.


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