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Dalle vecchiette sferruzzanti...

Creato il 28 aprile 2012 da Omar
Dalle vecchiette sferruzzanti...Il titolo non è appropriato ma mi piaceva la parola “sgallettate”. Non fateci caso. Quando si è passato da un bel pezzo gli “anta” ci si diverte anche così.
Una volta c’erano Miss Marple, Miss Silver, Hildegarde Withers e via discorrendo (intanto leggetevi Le signorine omicidi colpiscono ancora, Gli speciali del giallo Mondadori, 2009). Una bella sfilza di vecchiette terribili (pure zitelle) che parlando, sferruzzando, spettegolando, sorridendo, ammiccando e insomma tutto in “ando” risolvevano i casi criminali più complicati, mettendo pure alla berlina gli espertoni delle varie polizie locali, fra cui quelli della famosa Scotland Yard.
Ma il tempo corre via veloce, le cose cambiano e così si è giunti dalle vecchiette terribili di una volta alle giovani sgallettate di oggi. Anche se non mancano ritorni al passato come la Cora Felton di Parnell Hall (indaga tra un cruciverba e l’altro come la vedova Franca di Gaia Conventi) o Miss Lalli di Kalpana Swaminathan, tanto per portare due esempi di moderne signore attempate dietro le orme dell’assassino. Incominciano ad andare di moda, dicevo, giovani detective, magari senza grilli per la testa, magari sole come la diciassettenne Blanche Paicham di Hervé Jubert, (non riesce a prendere il treno con i suoi genitori ed aiuta nelle indagini lo zio Gaston Loiseau, ispettore di polizia di Parigi) o come Maisie Dobbs di Jacqueline Winspear, un personaggio eccezionale. Capelli neri e occhi azzurri che guardano “dritto dentro”. Sin da piccola dura, forte, caparbia. Quando sa che deve andare via da casa per lavorare gli occhi le si riempiono di lacrime, serra la mascella per resistere al pianto e chiude a pugno le mani dalle lunghe dita. Intenso e affettuoso rapporto con il padre Frankie vedovo (vive solo per lei) e con il suo insegnante privato Maurice Blanche, i cui consigli le sono utili anche nella vita adulta.
Dalle vecchiette sferruzzanti...Qualche pezzo grosso, vedi Henning Mankell, si è buttato su questa nuova linea strategica (la purezza e l’innocenza mischiate con il fango fanno sempre un certo effetto) dando spazio alla figlia Linda (testa fra le nuvole e pasticciona) del suo beniamino Kurt Vallander. Non contento ha creato il nuovissimo personaggio di Birgitta Roslin (meno giovincella, ad essere sinceri, cha ha già quattro figli sul groppone), giudice a Helsingborg, spedendola in Cina. C’è pure Flavia de Luce di Alan Bradley. Undici anni, madre morta quando ne aveva uno, vive nell’antica magione di Buckshaw in Inghilterra (anno 1950) con il padre e due sorelle più grandi e dispettose (ma anche lei non è da meno). Adora la chimica, soprattutto i veleni, porta un apparecchio di metallo che le ingabbia i denti, passa molto tempo nel laboratorio chimico che era stato dello zio Tar. Bugiardella il giusto (eufemismo) inizia a scorrazzare per le indagini su Gladys, la sua vecchia bicicletta, con un coraggio e una faccia tosta eccezionali.
Giovani, dicevo, e studentesse, vedi Sonia Leibowitz di Elena Vesnaver (tenetela d’occhio!) che scrive, beve Tocai e aiuta il commissario Leone (siamo a Cormòns) a risolvere qualche caso di morti ammazzati. Suo fidanzato Alex, un assassino che l’amore si trova nei posti più impensati. E come Clotilde Kuster Melis di Bruno Coppola (prima prova poco convincente), una ragazza di vent’anni che sta per laurearsi in filosofia. Carattere aperto, socievole, curiosa di tutto, grande camminatrice. E belloccia (corpo snello, gambe lunghe), il che non guasta.
Tra le scrittrici cito Erika Falk di Camilla Läckberg che si occupa di biografie. Genitori all’altro mondo, sorella in crisi matrimoniale. Sensibile e desiderosa di una vita tranquilla e serena da poter pianificare «convivenza, fidanzamento, matrimonio, figli e poi una lunga serie di giorni che si susseguono finché una mattina ci si guarda e si scopre di essere invecchiati insieme» (più che ottimista). Consapevole del male che si nasconde sotto «una superficie che doveva essere costantemente tirata a lucido». Siamo nella Svezia e la sua cara amica Alexandra viene ritrovata morta nella vasca da bagno con il braccio destro che penzola «floscio e striato di rosso». Sul pavimento una lametta da barba. Suicidio o omicidio?
Ultima nata (si fa per dire ) Alice Allevi di Alessia Gazzola, giovane specializzanda in Medicina legale, senza fidanzato da tre anni (poverina), abita in un minuscolo appartamento davanti alla stazione della metro Cavour. Non ricordo la città e cerco di dimenticare pure il libro, praticamente un gialletto rosa infiorettato di rossori, sussulti e batticuori che va tanto di moda (però chi vende ha quasi sempre ragione).
Il giallo si sarà pure ringiovanito con queste “sgallettate” ma resta sempre la nostalgia per le vecchiette terribili di una volta. Fabio Lotti

(P.S. Piccolo scorcio. Per chi volesse saperne di più qui la mia rubrica “Detective lady”, qui invece altre Voci Amiche)

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