La varietà
Il Damaschino è un vitigno bianco siciliano di probabile origine, come fa supporre il nome, siriana o almeno araba, introdotta probabilmente durante la dominazione saracena sull'isola, specialmente nella zona occidentale con la provincia di Trapani in prima linea nelle coltivazioni. La prima citazione storica venne però fatta da Mendola nel 1868 e quindi si resta sempre nel campo delle ipotesi non avendo notizie certe. Questo perché il suo impiego, molto limitato fino all'ottocento, venne notevolmente incrementato per reimpiantare i vigneti dopo la crisi della fillossera nei vigneti del Marsala, restando comunque confinato in questa zona.
Il Damaschino ha un'ottima vigoria, e presenta grappoli e acini di grandi dimensioni. Il grappolo è piramidale, alato e a spargolo mentre i chicchi sono poveri di pruina, con colori gialli tendenti al verde, che si colorano di arancio con le esposizioni solari. Ha tempi di maturità medi. Non ha nessuna preferenza di terreno o clima, e viene utilizzato per lo più per le sue produzioni molto abbondanti. Soffre il marciume, mentre resiste con buoni risultati allo oidio e alla peronospora.
I vini del Damaschino
Il Damaschino come detto in precedenza è un vitigno il cui utilizzo è nato più da un emergenza che da una vera scelta qualitativa. Viene infatti sempre assemblato con altri vitigni, specialmente nelle produzioni di Marsala, anche se in misura sempre minore. Quando vinificato in purezza, per lo più per produzioni artigianali, dà luogo a vini scarichi, anche nel colore paglierino. I profumi sono alquanto delicati, molti leggeri anche se di sufficiente fattura. Il palato è molto leggero, buono per la pronta beva, come aperitivo o con piatti decisamente privi di sapore. Lo si trova in assemblaggio anche nelle denominazioni di origine del Delia Nivolelli e dell'Alcamo.
I produttori
Decisamente pochi i produttori da segnalare per un vitigno che non ha mai entusiasmato e che vede via via coltivazioni sempre più limitate una volta finita l'emergenza fillossera.
I prodotti più riusciti sono sicuramente in assemblaggio nel Delia Nivolelli, dove riesce ad avere profumazioni delicate e fruttate di susina e cedro, ma molto lievi, con gusti secchi ma comunque morbidi. Si può abbinare a delle carni bianche senza pretese, nel consumo giornaliero, o sceglierlo nelle calde sere d'estate per carni rosse alla padella o risotti con i fagioli serviti freddi. Anche qualche affettato neutro può andare bene, o in aperitivo magari mescolato con soda o campari, con una bella fetta d'arancia nello Spritzer. Anche i gradi alcolici sono molto bassi e raramente arrivano a 11% vol.