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Dan Simmons - Ilium: l'assedio

Creato il 04 luglio 2011 da Vomitoergorum @Old_Glory
More about Ilium 
Autore: Dan Simmons Editore: Mondadori Pagine: 394 Voto: 5/5 Pagina di Anobii
Trama del libro:
Thomas Hockenberry è stato un insegnante universitario di letteratura greca antica, con una vita assolutamente normale. Per quale motivo, allora si trova adesso ad assistere alla guerra di Troia, al servizio degli dèi dell'antica Grecia? E perché gli stessi dèi sembrano padroneggiare una tecnologia avanzatissima, con la quale cercano di alterare i corsi degli eventi e uccidersi a vicenda? Intanto, in un futuro lontano migliaia di anni, su una Terra dove i pochi abitanti rimasti hanno come sola occupazione il divertimento, solo un uomo ricorda ancora l'antica arte della lettura e la sfrutta cercando di risolvere l'enigma più grande di tutti: chi ha costruito le macchine che governano il pianeta?
Commento personale e recensione
Sublime. Inarrivabile. Mastodontico nella sua pienezza. 360* della migliore fantascienza, un'opera magna che stupisce in ogni sua parte. Troppo complicato descrivere i sentimenti che le pagine riescono a suscitare. Inizio con l'unica nota negativa (non è colpa dell'autore ovviamente): L'assedio è la prima parte di un romanzo unico, che Mondadori ha vergognosamente deciso di dividere in due parti. Di conseguenza abbiamo un capolavoro non completato, ma che continuerà in un secondo tomo (La rivolta). Tralasciando questo abominio editoriale, passiamo di nuovo agli applausi per uno dei migliori scrittori di fantascienza, che riesce a spaziare in più generi in una sola avventura. Già, perchè Simmons fa sfoggio della sua erudita cultura classica, inserendo nel romanzo niente popò di meno che l'Iliade di Omero. Rivisitata? Solo fino ad un certo punto. E' una lezione di storia e letteratura con i contro coglioni. L'avventura che ci narra è divisa in tre parti principali che poi vedremo amalgamarsi lentamente tra loro. La prima scena appunto è rappresentata da uno studio sul campo ed in loco degli avvenimenti narrati da Omero: uno studioso dei nostri giorni, in un futuro non meglio precisato, viene sfruttato dagli dèi (esseri che possono utilizzare alla meglio la nanotecnologia e le forze quantiche) per osservare da vicino gli scontri tra greci e troiani. Un'ucronia non pura, ma una sorta di rivisitazione in cui lo spazio ed il tempo possono essere modellati quasi a proprio piacimento. Il secondo blocco narrativo riguarda gli abitanti del pianeta Terra, profondamente sconvolto e differente dal nostro. Uomini e donne che vivono ignari ed inconsapevoli di tutto il resto, del passato, del presente, del futuro. Una distopia con quel vago senso post apocalittico. Un ignoranza pacifica che quasi mette rabbia durante la lettura. Per certi versi sembra di leggere le prime pagine di Battaglia per Terra, vedendo cosa gli uomini hanno disimparato nel corso dei secoli. Ma questo status è più studiato, tanto da rasentare la perfezione letteraria. Il mondo sprovvisto di problemi, di incertezze, di povertà, di fame, di pericoli, è decisamente traumatico. La psicologia dei personaggi è possente, anche per quelli che sembrano meno importanti. Ognuno ha un suo perchè ed è un tassello fondamentale per il corso della storia. Infine abbiamo l'ambientazione estropica e transumana, che narra dei moravec, esseri biomeccanici estremamente evoluti che abitano le lune di Giove ed hanno l'interesse spasmodico per la letteratura terrestre di millenni addietro (la nostra). Inizialmente il romanzo può sembrare un puro esercizio culturale, per dare sfogo alle doti di Simmons. Sembra quasi che voglia farci vedere che bravo studioso è. Invece l'avventura è incalzante ed i dotti dialoghi su Omero, Shakespeare e Proust hanno una valenza filosofica non seconda a niente. Greci e troiani, eroi, condottieri, dèi e tutti gli altri personaggi, sono burattini di una singolarità più grande ed inconcepibile? O sono persone reali con sentimenti ed emozioni con cui fare i conti? Gli arretrati umani iper tecnologici, sono sconvolti una volta che gli vengono fatti aprire gli occhi, e quasi increduli, scettici, proprio come se noi da un giorno all'altro dovessimo scoprire che il sole non è una stella, ma s un'enorme lampadina. I moravac che possono dare la falsa idea di essere un po' tonti, e limitati, hanno dei sentimenti pari ai nostri, come una sorta di Uomo di latta del magico mondo di OZ. In ogni sua parte è geniale e possiamo trovare anche una vena sarcastica ed intraprendente. Un vero capolavoro, senza se e senza ma.

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