Dancer in the dark

Creato il 08 settembre 2012 da Narratore @Narratore74

Titolo originale: Dancer in the dark Durata: 140 minuti Genere: Drammatico\Musical Nazionalità: Americano Regista: Lars Von Trier Anno: 2000 Attori principali: Bjork, Catherine Deneuve, David Morse
Trama Selma, una giovane immigrata cecoslovacca, si trasferisce negli Stati Uniti assieme al figlio Gene. Entrambi, anche se in lei la patologia è più avanzata, soffrono di una malattia genetica, inarrestabile, che culminerà con la perdita della vista per entrambi. Selma si è ormai arresa a questo destino, che fra le altre cose è riuscito a toglierle anche la sua vera passione, i musical, ma non accetta di lasciare che anche Gene finisca come lei. Così, fra turni di notte, straordinari e orari massacranti al limite dell'umano, lavora nell'acciaieria del paese, cercando di racimolare la cifra necessaria affinché Gene venga operato e si liberi di questa spada di Damocle. Ma proprio quando pare che questo sogno sia ad un passo dall'essere esaudito, avviene l'incredibile. E la vita di Selma cambia completamente aspetto…
Commento Ho scelto questa pellicola per inaugurare le mie recensioni filmesche perché l'ho amato, fin dal primo giorno in cui l'ho visto. Ecco, l'ho detto.
Ammettere di amare un film di Trier è un pò come mettersi in mezzo a qualche centinaio di tifosi e urlare contro la loro squadra del cuore, un vero suicidio. Ma è vero anche che a qualcuno piacciono i suoi film, le sue visioni di un mondo storto e allucinatorio. Quando all'epoca inserii il dvd nel lettore non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Avevo guardato solo The Kingdom, altro suo capolavoro, e non era certo abbastanza per farmi un'idea di cosa avrei trovato una volta iniziata la visione. Ma c'era Bjork, come protagonista, assieme a lui, e solo questo mi fece ben sperare. E così è stato.
Se siete alla ricerca di un film leggero, senza troppi pensieri e con una soglia dell'attenzione necessaria vicina allo zero, be' lasciate perdere. Questo non fa per voi. Il film è una serie di pugni allo stomaco, drammatico come pochi altri e anche fottutamente cinico.
Quasi una vera bastardata!
Vedere Selma combattere contro tutto e tutti, senza alcuna arma e solo con la propria voce a farle da scudo, fa riflettere. Ed è frustrante.
Anche osservarla mentre lavora, sofferente ma sempre con la musica in testa, capace di riconoscere un ritmo o una sinfonia anche nei suoni circostanti, è una goduria immensa, un piacere che va via liscio come se i brani, assolutamente in linea con lo stile del film e della cantante islandese, fossero musichette che avete in testa da parecchio tempo. Orecchiabili e ritmate in maniera stravagante, sono il perfetto accompagnamento all'avventura di Selma.
Insomma, un sogno e un delirio allo stesso tempo, in grado di cullare e sballottare lo spettatore fino a quando non accade l'irreparabile.
E lì si crolla, si subisce il colpo senza poter fare nulla, con il magone (lo giuro!) che sale in gola e vi blocca il respiro. Perché non si può assistere alle ingiustizie senza poter fare nulla...
Avrei voluto entrare nel Tv, prendere a pugni un paio di soggetti e tornarmene fuori almeno un pò soddisfatto...
E invece si assiste, inermi, allo scempio di un sogno, al suo crollo. E dopo non rimane che polvere... Difficile parlare di questo film senza spoilerare qualcosa e per quanto mi sforzassi rimarrebbe comunque sempre quell'alone di non detto a farmi compagnia. Vi basti sapere che mentre lo guarderete, se ne avrete il coraggio, vi capiterà di provare un tale miscuglio di emozioni da risultarne quasi sballati. Sorriderete, vi sentirete tristi un momento e arrabbiati quello dopo. Canticchierete, tornerete ad essere colmi di gioia e poi, come un sasso contro la fronte, vi arrabbierete in maniera furente. Una rabbia infinita e frustrante, che difficilmente troverà sfogo da qualche parte.
A parte forse nei brani, carichi di una spensieratezza tale da far dimenticare quasi tutto il marcio che vi sentite addosso. Sì, perché Dancer in the dark è anche questo, un musical. E fottutamente bello, aggiungerei!
Ammetto di averlo guardato da solo, una notte, e di non essermi reso conto del tempo che passava, da quanto ero stregato e coinvolto. Solo a film chiuso ho avuto il coraggio di scostare gli occhi dallo schermo… be', non mi capita spesso di commuovermi ma in quel caso ho rischiato proprio di fare una brutta figura! Come dicevo, il film è duro, cattivo come non ve lo aspettate, ma in grado al tempo stesso di regalare una valanga di emozioni, emozioni in tipico stile Von Trier (se sapete di cosa sto parlando…).
Sembra quasi che Lars abbia voluto descrivere la tragica discesa di una sfortunata donna, utilizzandola come arma contro un sistema marcio e corrotto. Un realismo esasperato, che sfocia in alcune delle scene più dirette e potenti che mi sia mai capitato di vedere, aiutato nell'intento da una fotografia molto particolare.
Il film è interamente girato con camera a mano, spesso utilizzando dei filtri che sembrano avere lo scopo di imbruttire tutto, ingiallirlo, come una vecchia fotografia leggermente sbiadita di cui non ricordiamo quasi nulla.
Cosa aggiungere?
Mi sembra di aver detto tutto, o comunque quello che reputo fosse giusto segnalare. Se volete passare poco più di due ore, in compagnia di alcune delle riflessioni più pesanti che abbiate mai fatto, vi consiglio di dargli un'occhiata.
Altrimenti lasciate perdere, vi fareste solo del male.
Vi lascio con un video, l'ultimo brano che compare nel film. Non guardatelo se non volete rovinarvi la pellicola, mi raccomando!
Voto: 8,5

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