Daniela Ducato, migliore innovatrice d’Europa

Creato il 11 dicembre 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Un premio alla sua capacità di innovare, ma soprattutto, al coraggio di farlo in un Paese come l’Italia e in una regione come la Sardegna.

Quest’anno, l’Euwiin International Awards, uno dei riconoscimenti più prestigiosi al mondo nel settore dell’innovazione scientifica e tecnologica, è andato, nel settore ecofriendly,  ad una italiana e nello specifico  a quella contadina dell’edilizia – come ama definirsi – che è   Daniela Ducato, classe ’60, di Cagliari.

E’ stata scelta su settantadue finaliste, provenienti da tutta Europa, perché – come si legge nella motivazione – è ideatrice di molteplici prodotti e del Polo Produttivo La Casa Verde CO2.0, http://www.edilana.com/ un esempio per il mondo. Daniela Ducato ha creato i materiali per l’efficienza energetica carbon free e l’edilizia verde più ecofriendly e innovativi d’Europa, mettendo insieme tenacia, rigore scientifico, eccellenza tecnica, rispetto e valorizzazione dei paesaggi del mondo. Ha, inoltre, ideato opportunità di economia collaborativa e di economia di genere, riscrivendo regole nuove per la gestione sostenibile delle risorse naturali e per rispettare meglio e sempre di più il nostro pianeta e i suoi abitanti”.

Il premio è stato attribuito anche per l’impegno promosso da tutte le aziende di Casa Verde CO2.0 per l’architettura di pace, architettura senza petrolio.

“Un riconoscimento che – tiene a sottolineare Daniela – va ad una squadra e che è motivo per me di grande orgoglio, oltrechè uno stimolo ad andare avanti, nonostante le tante difficoltà che incontro in Italia.”.

Ma a cosa allude? “Due – replica – sono i motivi per cui tante volte ho faticato. La burocrazia e la presenza massiccia di green taroccato e sovvenzionato. Per avere una  autorizzazione o un progetto passano tempi biblici. Inoltre si consumano dosi massicce di carta e si sprecano tanti soldi e tanta energia. Poi c’è il solito problema, molto forte nella mia regione, in cui l’assistenzialismo alimenta aziende fatiscenti, dotate di un solido padrino politico. In nome della green economy si spacciano come innovazioni progetti  obsoleti, fotocopie sbiadite dell’esistente. Ancora oggi l’appartenenza prevale sulla competenza. Per questo fatico molto di più e tante volte è stata forte la tentazione di andare in Germania, in Austria, dove non c’è la morsa della burocrazia,  i tempi sono brevi,  ed è la meritocrazia a tracciare le agende della politicaPerò, la voglia di andare avanti, la passione della mia squadra sono più forti e mi spingono a continuare qui nella mia amata Italia.

L’ Euwiin International Awards 2013 è un riconoscimento che premia l’innovazione scientifica e tecnologica e chi come Daniela Ducato sa tradurre tutto questo in una visione del mondo alternativa. La premiazione è avvenuta  nella stessa settimana in cui si è celebrata la giornata internazionale, indetta dall’ONU, contro la violenza sulle donne. Segno che la violenza si può combattere anche con l’intelligenza e il riconoscimento dell’intelligenza femminile.

Daniela Ducato è stata premiata dalla ministra svedese per le Pari Opportunità e viceministra alla Cultura Maria Arnholm, dalla ministra degli Affari esteri nigeriana Viola Onwuliri, e dalla europarlamentare e moglie del ministro degli Esteri svedese, Anna Maria Corazza Bildt.

Oltre al premio Euwiin, sempre a Stoccolma,  Daniela Ducato ha ricevuto anche un riconoscimento speciale dall’Accademia degli Istituti di Architettura di Svezia per i prodotti Edilatte “Architecture of Peace” colori, derivati dalle eccedenze agricole,  primi water free al  mondo,  pluripremiati anche  dall’UE e da Legambiente come innovazione amica dell’ambiente nel 2010.

Daniela annuncia: “A gennaio 2014 si inaugura Edilana Green House CO2.0, uno eco space di “Architecture of Peace”, che ospita, primo al mondo, oltre 500 materiali certificati con una tracciabilità completa e la valutazione di impatti mai considerati prima nel settore edile in campo sociale, etico, alimentare, ambientale, economico. Inclusa l’economia di genere e la tracciabilità dello spreco di denaro pubblico nella ricerca e nella produzione, sperpero legittimato in quanto green”

                                                                                                                           Cinzia Ficco


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