Recensione a cura di Monica Pasero
In questa silloge intravedo una malinconia di fondo, che mi colpisce ancor di più,avendo appreso la giovane età di questo autore. La sua penna sensibile cede alla carta i suoi trascorsi, i suoi stati d’animo.
Nella prima parte il poeta ripercorre i tempi in cui la spensieratezza,della giovane età inneggiava nei suoi giorni. Portandoci a condividere con lui non solo gioie,ma anche attimi di paura, di riflessione. Riconducendoci così nel suo grande mondo interiore. Si attraversa poi questo suo stato, giungendo in pagine in cui l’autore manifesta tutta la sua vocazione per la “Donna”, per l’amore che in lei viene rappresentato. Descrivendola quasi come un essere supremo, una musa, che conduce il tutto alla felicità, sublimata e agognata dal poeta stesso, il quale nelle sue liriche, spesso quasi imploranti, confessa questo suo bisogno d’amare. E’ quasi una preghiera la sua, una supplica, affinché giunga questo essere a colmare quel vuoto, che si percepisce nei suoi versi e dove traspare l’ardente passione dei suoi anni
Nell’ultima parte della raccolta invece ritorna al sogno della sua giovane età in cui l’autore ci narra in versi una storia d’amore contrastata
Le sue liriche sono di facile comprensione, versi semplici spesso in rima. Poesie dolci spontanee anche dovute alla sua giovane penna , ma non per questo non capaci d’ emozionare .
Monica Pasero
I ricordi,
di un poeta sono sempre un po’ amari.
Rifletto sul tempo che sfugge,
ed io qui osservatore
con la mia stilografica
Daniele Capuozzo
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