Magazine Cultura
Voi credete nel peccato originale? Perché se esso esiste, per chi si occupa di recensire CD e concerti, esso si concretizza nella presunzione di ritenere tutto ciò che NON si conosce come cosa di poca importanza. E questo è male. Per dirla in altri termini: se sono arrivato fin qui e questo musicista, questo gruppo, questo album non li ho mai sentiti nominare ciò implica che quasi certamente si tratta di elementi trascurabili.
E così si accumulano sullo scaffale belle cose che finiscono ricoperte, senza loro colpa, dalla polvere. Poi succede che un giorno a causa di un trasloco o per il crollo di una libreria (mi sono accadute entrambe le cose!) ti ritrovi a scartare questo CD che attendeva, da tempo immemorabile, di essere ascoltato.
Intanto Daniele Cordisco è un chitarrista molisano, e tutti i molisani tendono ad essere brave persone e lavoratori onesti; e questo "This Could Be The Start" è un album piacevole, fresco, ironico, con una punta di artigianalità che lo rende ancor più apprezzabile.
Tenete presente che il sottoscritto quando ascolta qualcosa lo fa con attenzione e prende anche la sana precauzione di leggere il meno possibile. Che ascolto sia, dunque, ed imparziale.
Che bei musicisti, ti viene da dire? E chi saranno mai? Nel caso della tromba la risposta è facile: Fabrizio Bosso, inconfondibile. E gli altri? Gente di prima classe, senza dubbio. Allora mi metto a leggere la copertina: Sandro Deidda al sax, Pietro Lussu al piano, un bravo Antonio Capasso all'Hammond, e poi Dario Rosciglione al contrabbasso e via dicendo.
I brani: quasi tutti a firma dell'ottimo Daniele ed inoltre "I've Got The World on a String" di Arlen & Koehler (ascoltate,se interessati, le versioni di Frank Sinatra, Bing Crosby e via dicendo... Youtube sta lì per quello, ed è gratuito!). E ancora: "Jitterburg Waltz" (di Fats Waller che però la suonò, nel remoto 1938, all'Hammond mentre qui ci godiamo il pianismo elegante di Lussu), la sempre splendida "Lush Life" di Strayhorn) e "This Could Be The Start of Something Big" di Steve Allen (altro brano dall'importante giurisprudenza).
Insomma: un CD molto molto bello che merita di essere ascoltato e che ci dimostra, senza inutili sciovinismi, che il panorama jazzistico italiano è affollato di bella gente che fa belle cose.
E come dicono a Roma: "Bella, Danié !".
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