Di Susanna Noge, in collaborazione con Priski. Questa è la terza puntata, qui la prima e la seconda). Immagine di Marina Illustrazioni. (1)
Gli diedi uno schiaffo forte, poi un altro ancora più forte. E dissi: «fallo tu adesso, non sento dolore, tu lo senti?» Non sentivamo nulla. Ed era bello provare quanto male ti puoi fare. Mi diede uno schiaffo forte, sonoro. E iniziammo a ridere e continuammo. Io continuai, credo che lui smise dopo un paio di colpi, continuò con sculacciate, morsi o colpetti simili. Lo schiaffo sul viso non è da lui. La droga ti fa fare cose strane. Gioivamo del dolore che non c’era. A pensarci oggi non c’è nulla che mi diverta ma se tutto avesse senso chissà dove sarei oggi io. Eravamo in camera sua, a Pisa, eravamo piegati in due per il ridere. Mi buttavo per terra dal letto o ci lanciavamo addosso oggetti per provare come fosse non avere sensazioni di risposta. Era l’MD. Si svegliò dieci ore dopo chiedendomi mille volte scusa, sorrisi ancora. Il mio analista non conosce Danilo, non gli ho mai parlato di lui perché la mia vita funziona per scomparti. Io ho un luogo per tutte le cose. Mi nutro di caos, la quiete sarà anche il mio contrario ma la mia testa è in ordine. O questo è quello che mi piace credere. Ho conosciuto Danilo dopo avere smesso con la Coca o forse no. Mente locale, riscrivo. Ho conosciuto Danilo sei mesi prima di smettere con la Coca.
È un ragazzo che m’ha assestato. Io avevo bisogno di essere distratta da quello che mi succedeva intorno: le mie dipendenze ed i miei fallimenti. Con lui mi sentivo nascosta in un mondo quasi parallelo ma non del tutto estraneo, era il mio rifugio. Uno dei miei scomparti. -Chiudi il cassetto, aprine un altro-. Un letargo durante il quale mi sono rigenerata. Io mi sono sempre preoccupata di volare troppo in alto o troppo in basso. Lui mi dice sempre di volare, perché se non ti preoccupi di come stai volando, voli meglio. Danilo è una pagina bianca, io l’ho conosciuto ed era così bianco, nuovo, inesplorato. Io sono sempre stata un amante del nero perché nel nero puoi nasconderti, puoi essere ciò che vuoi. Con la luna che mi circonda io sono la persona che vorrei essere. Io ho paura del bianco. -Chiudi il cassetto, aprine un altro. Smetti di essere quello, sii quest’altro.E lui è così, mi ha costretto ad essere me stessa, prodotto di inesperienza sofferta. Lui è il giorno. Danilo ha tutto il bianco intorno. Lui vive il giorno e si gode la notte. Danilo sa essere inverno e sa essere estate. Io sono sempre inverno. Prima di conoscere lui credevo che il silenzio fosse bianco e che ogni emozione avesse un colore. -Chiudi il cassetto, aprine un altro. Posa un’emozione, provane un’altra-. Pensavo che il bianco non avesse confini, che fosse un non-rumore, un non-colore. Il silenzio mi fa paura perché può intendere ogni parola. Per questo credo ci abbia messo così tanto a dirmi d’amarmi. Perché con gli occhi me lo diceva da un sacco di tempo. Danilo è capace di guardarmi per un sacco di tempo. L’ho ritrovato a guardarmi non fare nulla meravigliato di una bellezza capace di vedere solo lui tantissime volte. Nuda su un letto o ferma a leggere in un angolo. Danilo è un testardo. Uno che grida ed è distratto. Ma non quando si tratta di noi. Del nostro amore è pieno ed è attento. Parlo di lui perché voglio che entri anche dentro di te. Voglio che tu possa prevedere le sue mosse leggendomi o che non ci sia bisogno di spiegarle. Due anni e tre mesi fa ho smesso con la Coca ma solo sette mesi ho smesso con tutto il resto, la coca mi ha messo la paura addosso, ora non riesco più a farmi un paio di tiri di una canna che passa. Sono terrorizzata ma questa è un’altra storia. Quindi per un anno e mezzo io e lui ci drogavamo di tutto che non fosse Coca. Lui era con me nella macchina con l’erba e lui c’era quando provai la cheta. Ho sempre sognato d’avere un compagno così intimo di droghe. Avevo già provato l’MD un paio di volte ma mischiato con altre sostanze, in un cocktail vario ma l’attrazione che avevo per la Coca non aveva permesso di godermelo. Con Danilo ho provato l’MDMA più volte in diverse serate. Pietre o cristalli disciolti in bottigliette 50cl di pura felicità. Eravamo ad una specie di Rave, il BPM, in Toscana, su un prato enorme, pieno di gente e di zolle d’erba mancanti che le guardi e ti dispiace ma continui a saltarci su. “Cerchiamo i tipi con lo zainetto”, alle feste così, la droga ce l’ha chi ha lo zaino in spalla e si trova sotto cassa. Provare per credere, primo uomo vibrante a ritmo di tecno hardcore ci dice di sì. L’MD non è tra le droghe più costose ma se compri alle feste da individui sconosciuti sai che paghi il supplemento del’”imbecille perché non ci pensavi prima?”. Poco importa, bottiglietta d’acqua e bevi. -Chiudi il cassetto, aprine un altro. senti un ricordo, dismettine un altro-. Non aveva ancora fatto effetto ma io e Danilo abbiamo fatto l’amore sul prato, rotolando su un cespuglio d’ortiche, che non c’entra niente con la storia ma non possono non pensarci se racconto questa storia, checazzodiprurito. Poi l’MD ha fatto effetto. Ed entri nel mondo fuori.Tutto si muove lentamente, tutto ha l’intensità dello sguardo della Monnalisa. E perfino io divento bella e sexy. Ed i miei movimenti sono fluidi, armonici, leggeri. Ricordo che indossavo una camicia bianca di mio padre, enorme quanto bella, una Lacoste. Restò solo il reggiseno nero sotto perché la droga fece scivolare tutto. Libidine e paure. La camicia rimaneva solo a coprirmi le spalle, era cinque bottoni sotto il dovuto, l’MD ti fa sentire caldo e poi c’era caldo, no? Danilo impazziva per me e per l’MD. La saliva era a zero. Io mi muovevo, quasi sotto cassa perché i primi posti sono dei veterani. Lui sempre dietro di me. Ed era bello guardarsi come se non ci fosse nulla intorno. Lui era bianco ed io non lo so di che colore fossi. Mi ricordo che quella notte scompare dentro di me, in diverse fasi. Non so come arrivai a casa. In effetti non ricordo neanche come ci arrivai. Provai per la prima volta dei movimenti oscillatori, ritmici e involontari dei bulbi oculari, con nessun’altra droga m’era capitato, è una figata pazzesca. Perché vedi i contorni così sbiaditi, doppi. E continui a guardare perché è strano il mondo intorno a te con i bordi due volte. Danilo aveva due nasi. E poi con l’MD sei euforico, felice e provi grandi legami emotivi con sconosciuti. Abbracci gente a caso e interloquisci in maniera sciolta e disinvolta di qualsiasi argomento tu voglia. Oggi che ho smesso io sono molto più chiusa e misantropa, sono l’eremita di me stessa, ciò che mi circonda mi pare molto più asociale. Non vi meraviglia nulla e non amo più. Non amate mai. Forse dovremmo farci tutti di MDMA un poco al giorno. -Chiudi il cassetto, aprine un altro. Lascia un’intenzione, prendine un’altra-. Io sono inverno, tu che cosa sei?NOTE1) Su Priski c'è una questa Susanna Noge che sta portando avanti una narrazione strepitosa che parla di tante cose tra cui droghe dipendenze sesso amore speranza futuro terrori gioie energie ansie esuberanze depressioni umori e dolori della generazione dei cosiddetti "giovani". Grandissimi spunti per una narrazione veramente contemporanea per una delle cose più interessanti tra quelle che girano sul web (ma non solo). Questa è la terza puntata, qui la prima e la seconda. Ovviamente la narrazione continua.
2) Post che in qualchemodo toccano l'argomento: "Io odio la movida, er un'analisi psicopatologica del concetto di festazza"; "Manderlay, Lars Von Trieri. Perchè è più bello essere schiavi", "Il grande crollo della Vucciria".