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Daniza: la morte di un sogno

Da Eloisa @EloisaMassola
Daniza: la morte di un sognoDaniza, l'orsa del Trentino di cui per settimane abbiamo seguito la fuga attraverso i boschi, è morta. Le hanno sparato (fingiamo di crederci) una dose eccessiva di narcotico e l'hanno uccisa.
Del resto, la povera Daniza era diventata una creatura ingombrante: nella "natura" asettica e interamente antropizzata a cui aspiriamo, non c'è posto per i predatori, per gli animali non governabili e che siano inutili da un punto di vista strettamente alimentare.
L'orsa, per giunta, si era mostrata fin troppo orgogliosa: non solo aveva tentato di difendere i suoi cuccioli, rifilando qualche graffio a un cercatore di funghi ignorante e furbetto al tempo stesso [1], ma si era anche fatta beffe delle disposizioni di Regione e Provincia e si era ostinata a fuggire, insieme ai suoi piccoli. Per giorni e giorni, in barba alle violente farneticazioni del sindaco di Bocenago e al pugno di ferro dei politici locali, Daniza ha proseguito la sua marcia.
Molti di noi hanno fatto il tifo per lei: il suo sogno di libertà era diventato il nostro sogno, la fulgida aspirazione ad un mondo migliore, non inquinato da arroganza e cupidigia.
Dai cortei, dai sit-in, dalla piazza virtuale dei social network la incitavamo: «Corri, Daniza, corri!».
Purtroppo, man mano che l'orsa si spostava, le sue colpe, i suoi peccati imperdonabili crescevano di numero: Daniza ha sbranato una capra, una pecora (animali che noi alleviamo per poterli sfruttare al massimo e infine ucciderli)... Daniza è pericolosa in quanto non controllabile.

Daniza: la morte di un sogno

Foto da Pinterest


Per questo l'hanno uccisa. Non solo per l'aggressione all'incauto cercatore di funghi; né per placare il desiderio di vendetta degli allevatori. I poteri forti l'hanno uccisa (come del resto avevano minacciato più volte) anche per ciò che rappresentava agli occhi di una parte non trascurabile dell'opinione pubblica.
Ora non dobbiamo far altro che guardarci intorno e cercare un'altra vittima, un nuovo capro espiatorio da immolare sull'altare della nostra volontà di prevaricazione e di dominio. Potrà essere forse l'orso Gené di Asiago - oppure il lupo, nemico secolare, da sempre emblema del male.
Ciò che conta è avere un avversario da trucidare.
Ciò che conta è riuscire ad annientare sogni, speranze, aspirazioni. In fin dei conti, agli esseri umani è sempre possibile fare il lavaggio del cervello. Per quanto riguarda gli animali... non resta che ucciderli.
Note
[1] Ignorante perché chiunque sa che non è una saggia decisione molestare un'orsa quando è accompagnata dai suoi cuccioli. Furbetto perché le tremende ferite inferte da Daniza sono sparite magicamente dalla braccia e dalle gambe di Daniele Maturi: una guarigione (testimoniata da alcuni scatti fotografici diffusi sul web) che ha davvero del miracoloso...

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