La regia della Iacopini sceglie come proprio punto focale il ritmo, ma non inteso propriamente come ritmo scenico - nelle note si parla di ritmo vorticoso della società - ma, sebbene lo spettacolo risulti abbastanza frizzante, di ritmo interno dei personaggi. Infatti sono i tre diversi ritmi interni delle coppie a scandire il tempo: il ritmo funambolico e imperioso di Sydney Hopcroft, spinto dal proprio arrivismo affarista che fagocita la sottomessa Jane e in modo diverso i due altri uomini; il ritmo a tinte tragiche, grige, dal rumore sordo e pieno di pause di Geoffrey e Eva; infine quello della coppia Ronald Brewster-Wright e la moglie Marion che è persino aritmica o un antiritmo perché la relazione tra i due è praticamente nulla. Il ritmo diventa così la macchina della vita, non più il mezzo ma il fine che porta alla distruzione stessa della vita e dei suoi elementi. In questa struttura generale ci sono alcune valide intuizioni sceniche, l'utilizzo della scenografia che riesce a modificarsi ricreando le tre cucine, la precisione con cui i tempi attoriali vengono amalgamati. A livello recitativo viene dato un ampio risalto alla differenza tra gli Hopcroft e le altre coppie. Un contrasto che forse spiazza un po', tanto da far apparire a volte gli Hopcroft degli intrusi indesiderati (e lo sono certamente per le altre coppie) provenienti da un altro genere artistico, caratterizzati da tinte forte sia negli abiti che nella recitazione, frenetica, grottesca, esagerata; da contraltare le altre due coppie che ricalcano uno stile più in linea con canoni naturalistici. Un contrasto antinaturalismo/naturalismo che mira forse ad evidenziare i tratti privi di umanità di Sydney Hopcroft, il più amorale tra i personaggi, senza scrupoli morali di alcuni tipo e il cui unico scopo è conquistare un posto di prestigio nel mondo, anche a scopo di essere spietati e approfittare delle altre persone. Tuttavia la goliardia scenica mette meno in risalto questo aspetto di Hopcroft, che diventa agli occhi del pubblico un personaggio più simpatico di quanto in realtà non fosse. La mano della Iacopini è sempre delicata e precisa, tesa da un cast che ormai si conosce quanto fratelli e sorelle, anche se poi abbiamo più vivi ricordi di vecchi spettacoli, più convincenti ed incisivi. Qui la bottiglia col messaggio s'è fermata poco prima della riva.
Matteo Di Stefano
DANNI A CAPODANNO da Absurd Singular Person di A. Ayckbourn
adattamento e regia Marta Iacopinicon Alessandro Di Tommaso, Francesco Del Verme, Giovanna D'Avanzo, Daniele Trovato, Cristina Longo, Guido Lomoro
Voci fuori campo: Paola Lutrario e Mario Rosati
dall'8 al 13 aprile presso
TEATRO TRASTEVERE
Via Jacopa de' Settesoli, 3 - Roma
info e prenotazioni: 333 3256289