Ti stai preparando per esibirti in un ristorante, magari per la prima volta? Sicuramente hai scelto la musica e creato la tua coreo, hai provato trucco e parrucco, hai definito entrata e uscita ecc… Beh, per la mia esperienza ci sono alcuni aspetti di cui dovresti essere al corrente e che dovresti decidere in maniera consapevole, per assicurarti una serata strepitosa. Continua a leggere, tra poco entro nel dettaglio.
Intanto ti presento il video della mia performance all’ultima festa di danza orientale cui ho partecipato.
La serata si è svolta lo scorso gennaio presso il ristorante Aladino di San Giovanni in Persiceto (BO), ormai da anni punto di riferimento per la cucina marocchina e medio orientale. Parte della sua fortuna deriva dalla collaborazione con la danzatrice resident Evelina Papazova, presenza fissa con le sue bellissime coreografie e improvvisazioni. Devo dire che l’avevo vista ballare anni fa e mi aveva molto colpito per la sua bravura, eleganza e sensualità. Rivendendola con occhi più esperti, beh, è davvero una forza della natura!
Tornando alla serata orientale, ha avuto un successo strepitoso: in tutto 12 danzatrici compresa Evelina, alcune venute da fuori regione, il locale gremito di pubblico entusiasta, un’atmosfera davvero hot… Aggiungo anche che come PR ho avuto molto successo, considerate le tante allieve e amiche appassionate di danza del ventre venute apposta per vedermi danzare. Poiché in quel periodo avevo preparato una coreografia per alcune allieve sul brano “Two gypsies”, avevo deciso di portare quella aggiungendo alcuni movimenti non ancora studiati con le mie ragazze. Un lavoro semplice e fine, che cercava di valorizzare la musica scelta e la mia corporatura esile.
Ho scoperto che nessuna vuole mai partire per prima! E invece per carattere a me piace fare da pioniera (d’altronde sono Ariete), quindi avevo già chiesto di iniziare io, in maniera tale da rilassarmi subito e potermi poi godere la serata. Inoltre sapevo con certezza che la mia musica era perfetta per aprire le danze e rompere il ghiaccio anche per le altre ballerine. Ero emozionata?? Beh, è naturale!
La serata è andata benissimo. Poiché per me ogni occasione è buona per migliorarmi, anche stavolta ho dedicato tempo a cercare idee e soluzioni per innalzare il mio livello di danzatrice. Confrontando me stessa con le altre ragazze, ho capito che avevo commesso alcuni piccoli errori di valutazione.
Scelta della musica: non ci sono regole fisse ma se ti vuoi esibire in un ristorante, meglio che ti orienti per una musica dinamica, allegra, eventualmente composta da più sezioni se vuoi inserire anche una parte lenta. Se usi brani dalle sonorità “intermedie”, devi esserne cosciente perché potresti avere difficoltà nel coinvolgere emotivamente il pubblico. In quel caso devi compensare questo piccolo punto di debolezza con altre strategie. Tendenzialmente la qualità musicale dei brani per la danza del ventre è piuttosto limitata per un orecchio esigente come il mio, d’altronde le musiche ricercate e raffinate che piacciono a me sono poco adatte per le esibizioni “popolari”.
Abbigliamento: sinceramente mi piacevo molto. Ecco una mia foto
Tra le altre danzatrici, però, ho notato una prevalenza di abiti in stile sharqi, ovvero due pezzi composto da reggiseno e gonna soprattutto a sirena, tutte rigorosamente con spacco. Solo io e un’altra non avevamo lo spacco!!!! Ci sarà un perché??Struttura della performance: proporre una coreografia può funzionare, rispetto a una pura e semplice improvvisazione, se è ben sviluppata e articolata. Questa è la mia scelta. Altre danzatrici, invece, utilizzano la coreografia più che altro come canovaccio, lasciando spazio anche all’improvvisazione. Anche se la mia impostazione e i recenti studi di danza classica mi portano a privilegiare un’organizzazione più strutturata, ho intenzione di sperimentare sempre di più la parte improvvisativa anche in questi contesti (le recenti esperienze di ATS, o American Tribal Style, mi stanno molto stimolando in questo senso!).
Comunicazione e interazione: non per forza bisogna fermarsi davanti a uno specifico spettatore e ballare solo per lui, ma nei ristoranti la vicinanza anche fisica coi presenti è tanta, per cui la predisposizione a coinvolgere il pubblico con lo sguardo e con i movimenti nello spazio contribuisce ad aumentare la resa della performance. Nel mio caso, si può dire che avevo un’intera claque venuta apposta per me, avessi rivolto lo sguardo verso di loro almeno una volta! In realtà ho privilegiato la direzione frontale per riuscire ad abbracciare emotivamente più pubblico possibile per tutta la durata della performance.
Prossimamente farò anche un articolo riferito a un contesto teatrale e alle esibizioni di gruppo, riportando alcuni punti emersi nei colloqui svolti con Jamila Zaki nel corso insegnanti.
Concludo con una bellissima foto delle danzatrici della serata all’Aladino.
A presto anna
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