Danzando sui vetri rotti di Ka Hancock

Creato il 19 ottobre 2012 da Dida

Una storia commovente, intima, toccante e vera: mai definizione fu più adatta a descrivere Danzando sui vetri rotti di Ka Hancock edito in Italia da LeggereditoreLa lettura di questo romanzo non è semplice né da dedicare a momenti di svago. La Hancock, infatti, ha intessuto una storia libera da pietismi, nonostante gli scrittori del genere tendano spesso a propinarci storie lacrimose e prive di vita vissuta (Nicolas Sparks docet). I nostri due protagonisti, Lucy e Mickey, si incontrano per caso e sentono subito di appartenersi. Lei è giovane, solare e piena di vita. Lui è divertente, intraprendente e di successo. Entrambi però hanno ereditato dei geni “difettosi”: lei lotta contro il cancro, lui contro il disturbo bipolare. Nonostante tutte le premesse e i timori decidono di provarci perché nell’incontrarsi, con tutte le loro imperfezioni, Lucy e Mickey si sono sentiti, ma vivi. Non perfetti come le due metà della mela, ma come un naufrago che dopo un lungo peregrinare approda finalmente sulla terra ferma. La Hancock, quindi, attraverso il diario di Mickey e i ricordi di Lucy, ripercorre undici anni di matrimonio e ci racconta di una danza lenta, in punta di piedi, ballata su un tappeto di vetri rotti. Danzando sui vetri rotti quindi è una storia triste, ma vera. La Hancock infatti induce i suoi lettori a giudicare le scelte di due protagonisti e non li renderà mai perfetti e intrisi di un’aura di perfezione, come il genere comanda. Lucy e Mickey sono reali: hanno lati oscuri, debolezze e paure che la scrittrice non celerà mai al suo pubblico. In questa storia non c’è retorica, non c’è pietismo e neanche compassione: c’è pura tristezza, un’emozione con la quale difficilmente facciamo i conti, che tendiamo troppo spesso a nascondere sotto un velo di malinconia o sotto un sorriso appena accennato e che grazie alle parole della Hancock riusciremo a tirar fuori, guardare negli occhi e affrontare.Nonostante sia una lettura molto intima e personale, non si può certo negare che in Danzando sui vetri rotti siano facilmente riscontrabili delle “pecche stilistiche”. Avrei infatti preferito in alcuni punti una narrazione più sostenuta e qualche accenno in più sui co-protagonisti. Inoltre, a mio parere, sarebbe stato intelligente inserire qua e là nella narrazione anche i ricordi delle sorelle di Lucy. In questo modo, infatti, il lettore non avrebbe sentito di aver "perso qualcosa" .In sintesi: Danzando sui vetri rotti è un romanzo che consiglio nonostante i limiti stilistici, perché una storia che riesce a commuovere, spronare e ispirare merita di essere letta.Alla prossimaDiana 

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