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Quando non c’è il tempo per ragionare, è l’ispirazione a guidare il passo; e l’incontro con l’altro. È questo il senso profondo di Danzando sulle rive del Gange, jam session di “danza e amore” in scena a Roma sabato 14 aprile, dalle 20.30 alle 22, presso la Sala 1 dello IALS, via Fracassini 60, con ingresso a sottoscrizione. Lo spettacolo, ideato da un collettivo di artisti, nasce per dare un contributo economico all’ospedale indiano Ganga Prem Hospice (che dall’indiano si traduce “Gange, Amore, Ospedale”). Questo ospedale sulle rive del Gange, vicino a Rishikesh, nel nord del paese, accoglie gratuitamente pazienti ammalati di tumore, soprattutto terminali, e ha bisogno di sostegno immediato.
A fare da “gancio” tra la struttura indiana e il collettivo di artisti è stata la danzatrice Benedetta Capanna: «La mia insegnante di Yoga mi ha messo in contatto con Nani Ma, una delle organizzatrici», spiega. «Da allora, sono coinvolta in questa storia e do un aiuto a distanza».
Nella performance del 14 aprile, l’immediatezza dell’aiuto umanitario si traduce nell’ “immediatezza” del gesto scenico. Danzando sulle rive del Gange unisce all’unicità dell’improvvisazione la preziosità di contaminazioni world, con accenti orientali. Sulla scena ci sono infatti la stessa Benedetta Capanna, che da sempre sposa la danza con lo yoga, insieme ad altri otto danzatori e performers italiani impegnati in vari progetti interdisciplinari e di respiro internazionale, dalla danza buto, allo Yoga, alla danzaterapia: Brunella De Biase, Maddalena Gana, Stefano Fardelli, Luisa Lazzaro, Gea Lucetti, Beatrice Magalotti, Giordano Novielli e Marco Ubaldi. A dialogare con il movimento coreografico, ora assecondando, ora provocando l’estro creativo dei danzatori, intervengono i ritmi e le suggestioni musicali improvvisati dal vivo da Oscar Bonelli, eclettico percussionista e trombettista noto per la sperimentazione con strumenti provenienti da tutto il mondo, come il didjeridu, il flauto di bambù, il corno medioevale, gli steel drums, i tamburi a cornice e le campane tibetane.
Nato per un obiettivo benefico, il progetto Danzando sulle rive del Gange riscopre anche un valore fondamentale della danza, quello associativo e aggregativo, coerente con la stessa motivazione umanitaria. «Quello che gli spettatori vedranno in scena», mette in risalto Benedetta Capanna, «non è un insieme di assoli egocentrici, ma un incontro in cui nove corpi si parlano». Un necessario tam tam, come quello che ha portato il Ganga Prem Hospice a compiere miracoli. Questa clinica modello sta diventando un punto di riferimento non solo per i pazienti di Rishikesh, ma anche di altre località quali Dehradun, Haridwar e Roorkee.
L’idea di fare qualcosa per l’Hospice attraverso una collaborazione artistica nasce da un lineare “sillogismo” di Benedetta Capanna. «Io sono un’artista. La danza è la mia unica ricchezza, e l’unica possibilità che ho di fare beneficenza».
Ufficio stampa: Cristina Gattamorta
tel. 339.2132070 - e-mail: [email protected] - skype: crigatta1974
IALS - Via Cesare Fracassini, 60
tel. 06.3236396 – fax 06.3236436
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