Danze domestiche

Da Annamariacataratta @AMcataratta

  Vivo quotidianamente una quantità preoccupante di emozioni e stati d’animo, ma tra questi mai e poi mai il senso di solitudine.
Io non sono mai sola, attorno a me girano come trottole una quantità immonda di esseri, che siano figli, o clienti, o familiari, o fantasmi non importa. In ogni momento, ogni mio pensiero pronunciato impudentemente ad alta voce, trova risposta. Che spesso non è richiesta.
Abitare nel cuore del centro storico di una città caciarona e invadente, con la signora Pina, dirimpettaia, che sbatacchia la sua tovaglia nella mia cucina (la differenza tra spazio comune e proprietà privata è un concetto molto relativo qui da noi) rende l’isolamento un desiderio ancora più remoto. Da quando ho abbandonato i tormenti adolescenziali, la solitudine per me è diventata un lusso occasionale, vera e propria fantascienza.
Oggi bambine a scuola, Fabio ancora in tribunale, la signora Pina che gira il ragù. Santa Lilia, la mia Mary Poppins dopo un acido, con la grazia di uno scaricatore di porto e fermezza di una donna moldava ha reso questa casa insolitamente profumata e ordinata. Ho davanti a me un’ora brevissima e silenziosa, ma tutta mia. Quindi mi getto sul letto senza levarmi le scarpe, accendo il computer e cerco il file di quel film horror che dopo le 17 non avrei mai il coraggio di guardare. Per rendere l’atmosfera più godibile corro in cucina a prendere il pacco formato famiglia di patatine, che mangio senza ritegno nel letto, avendo cura di sbriciolare quanto più è possibile sul cuscino di Fabio. Così impara a privarmi di un piacere così irrinunciabile come pranzare sotto le coperte. Dopo 10 minuti di paura, mi ricordo che abito in una casa che ha il corridoio che misura 52 passi e che nel muro di tufo c’è una cappella murata (ecco il motivo per cui da 3 anni a questa parte la cosa più terrorizzante che ho visto è stato il dinosauro verde di Peppa pig)
Per allentare la tensione, decido che cantare ad alta voce è la soluzione per allontanare eventuali presenze maligne, così cerco su youtube la canzone più imbarazzante di britney spears e inizio a gorgheggiare.
Muovo il piede, ondeggio la chioma, poi anche le spalle si sollevano a ritmo. In un attimo sono in piedi sul letto con la spazzola come microfono mentre nella mia testa una folla mi acclama.
Alla fine del concerto mi ricompongo e lesta mi faccio la manicure scegliendo per l’occasione uno smalto color fifa blu. Con unghie ad asciugare l’unica attività che posso svolgere senza rendere vano il mio lavoro è mandare email, una più inutile dell’altra.
A 13 come a 26 anni e mezzo, le mie vere trasgressioni non cambiano mai.

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