Magazine Arte

Daphne Descends

Creato il 18 febbraio 2013 da Fasterboy

Alessia Iannetti è nata a Carrara nel 1985 e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti presso la cattedra del Maestro Omar Galliani da cui eredita, oltre alla sapiente tecnica della grafite
su tavola, “le stigmate” della più affascinante illustrazione contemporanea, delle sue prospettive, dalle inquadrature cinematografiche, fatte di bianchi e neri e di infinite declinazioni di grigi, che restituiscono al monocromo e al disegno l’eccellenza della profondità.
Siamo di fronte ad un’arte colta, sicura rispetto alla sua virata figurativa e fiera della sua adesione ad un Neoclassicismo onirico e surreale che oggi colloca la Iannetti tra i più interessanti artisti della scena Neo Surrealista e Neo Pop di livello internazionale, in risposta ad un linguaggio concettuale oggi troppo poco Contemporaneo. Padrona del buio e del più intenso Noir d’autore, la Iannetti non sceglie di sedurre attraverso la paura o l’inquietudine, ma spinge il nostro sguardo verso un’intima dimensione altra, in cui i parametri razionali sono rovesciati come in un sogno ed è il silenzio a parlare, di fragili battiti d’ali, del nascosto cuore gonfio, abitato dai tanti colori della bellezza e pronto a lasciarsi implodere per portarli alla luce. Le sue opere sono pervase da un misticismo notturno, ispirato dalle note scure dell’immaginario Dark anglosassone, (a cui l’artista fa preciso riferimento omaggiando nei titoli delle sue opere autori quali Smashing Pumpkins, Joy Division, The Cure, Hole…) ma suggeriscono un Tema dell’Ombra estremamente elaborato che porta dentro di sè, sia il sublime liberty della pittura di V. Corcos, D.G. Rossetti e F. Khnopff, sia l’ipnotica cifra “personale”, romantica e polverosa della fotografia di Margaret Cameron, Lady Hardawen e dello stesso Lewis Carroll, ponendo l’accento su una spontanea teatralità dei personaggi.
Così, le sue modelle sono chiamate a rappresentare fragili fanciulle in bilico tra mito e quotidianità, e vengono immerse tra foglie di boschi grigi che consentono all’artista di manipolarne le luci e le ombre come in una sorta di Cameroniana “Glass House”. Mentre le atmosfere misteriose e sospese, dove esse si trovano avvolte, sono tanto evocative da essere capaci di provocare
nello spettatore la mistica illusione di percepirne i sussurri e i fruscii, rimandandoci inevitabilmente alla letteratura di J. Lindsay, e in particolare al celebre capolavoro cinematografico di P. Weir “Picnic ad Hanging Rock” .

La mostra Daphne Descends
Ad occhi chiusi e piedi bagnati la pelle sfiorata da foglie fresche sulle guance, entriamo nella luce per rifugiarci nella penombra, mentre le labbra conservano il profumo del silenzio. È la quiete dell’alba, dell’inizio di ogni cosa quando i sogni e i pensieri si rifugiano in un giardino di carta e le pagine della storia volano al vento come farfalle. La mostra Daphne Descends prende il titolo dalla canzone degli Smashing Pumpkins e ripercorre il mito di Apollo e Daphne. Dieci opere inedite, dalla cifra stilistica inconfondibile, realizzate in grafite, acquarello e china su tavola e su carta, ci guidano attraverso l’estasi di una surreale fusione con la natura. La fanciulla si trasforma in albero, le radici le scorrono sotto la pelle, spezzano l’incarnato diafano, sul corpo della bella bambola di porcellana, appaiono le crepe come su un guscio… Una metamorfosi si sta compiendo, è l’unico modo per salvarsi, per sopravvivere a quell’Amore fatto di cenere, e restituire ad esso altra vita, nascondendosi dentro un ricordo mai stato, da custodire in segreto, nel silenzio dove diventa leggero e volatile. Ora l’amore è sublimato, è l’eterno fantasma di se stesso e può durare per sempre al centro di un universo originario e incontaminato, come in una leggenda, un mito, o una fiaba.

Per Alessia e i suoi disegni…di notte e di giorno
La morfologia del disegno filtra e seduce lo sguardo, attraversa i pori della carta o le vene del legno. Si scioglie tra rosei marshmellow zuccherini e arterie pulsanti tra Ovidio, Carroll e la figlia perduta di Elisabeth Siddal. Le foglie del bosco sono fitte e sospese nei fogli di Alessia tra la cieca bellezza dei volti e la consapevolezza di ferite suturate da stormi di colibrì multicolori.
È importante che il tempo non ci indichi la fine del libro e si perdano così le date dal calendario dei sogni dove il desiderio bucolico di Daphne si sottrae alle bramosie della carne inverandosi nel desiderio di una purezza ineffabile e assoluta come nelle verità dell’infanzia quando il libro della vita volta inesorabilmente … pagina!
Omar Galliani, Udine 3 Febbraio 2013.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :