
E’ di questi giorni sui giornali locali la notizia piuttosto sconcertante del ritrovamento di alcuni resti umani che un ospedale cittadino avrebbe abbandonato in discarica dopo essersene servito per attività di routine ospedaliera.
Attività come può essere quella di dissezionare cadaveri per alcune dimostrazioni di anatomia a studenti in medicina.
Quello che ha colpito e che colpisce l’opinione pubblica, e lo si desume dalle numerose lettere, che pervengono ripetutamente ai quotidiani di Dar es Salaam, è la mancanza assoluta di rispetto per questi poveri resti umani.
Resti umani appartenenti a persone il cui corpo, venduto quasi certamente per bisogno di denaro dai familiari, ha avuto, a compito terminale eseguito, un terribile destino.
E cioè nessuna pietosa sepoltura. Sia pure una sepoltura collettiva e nell’anonimato.
La cosa inquieta in quanto tali modalità di comportamento non appartengono alla cultura africana, rispettosa da sempre della vita oltre la morte fisica.
E la dice lunga sui cambiamenti di mentalità, che possono essere sopravvenuti nel tempo a contatto con altre culture, che possiamo chiamare , appunto, falsa idea di “modernità”.
Per il momento si cerca di capire un po’ di più e d’individuare le responsabilità insieme ai responsabili.
Positivo è, comunque, lo sdegno che la vicenda ha suscitato a dimostrazione che, in termini di umana pietà, non tutto è andato perduto.
E che certi valori, nonostante l'impatto con certe logiche dei tempi correnti, resistono.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)