«PER DARIO BELLEZZA»
Monastero dei Benedettini, Monreale
27 febbraio 2016 ore 15.30
Pier Paolo Pasolini firma il risvolto della raccolta d’esordio di Dario Bellezza, Invettive e licenze, nel 1971, definendolo «Il miglior poeta della nuova generazione». Chiaramente influenzato dai poeti simbolisti e dall’opera di Sandro Penna, Bellezza punta immediatamente alla rappresentazione dell’eros, alla vita notturna degli ambienti romani, ai concetti di amore, tempo e morte che costituiscono la leva ossessiva della sua poetica.
La sua produzione può schematicamente essere riassunta in due fasi: la prima in cui Bellezza, protagonista schivo e allo stesso tempo esibizionista, si destreggia tra regole socialmente imposte e trasgressione, tra fisicità e morte, ora redentrice ora antagonista. La seconda, che inizia negli anni ottanta, vede il lirismo asservirsi alla nostalgia di quello che il corpo è stato da una lontananza tale che tradisce inevitabilmente, a prescindere dalla volontà, la condizione di malattia terminale dell’autore.
Così lo stesso Bellezza immagina la propria parabola in Morte segreta del 1976: «Ora alla fine della tregua / tutto s’è adempiuto; vecchiaia / chiama morte e so che gioventù / è un lontano ricordo. Così / senza speranza di sapere mai / cosa stato sarei più che poeta / se non m’avesse tanta morte / dentro occluso e divorato, da me / prendo infernale commiato».
E sempre sua la visione per cui L’arte è una specie di provvisoria sconfitta della morte, l’artista che si rispetti la sente così, come una competizione, una guerra contro la morte e anche contro il tempo che della morte è figlio. Io penso che la cosa più importante, almeno in letteratura, sia proprio questa lotta, questo desiderio, nel momento della scrittura, di eternarsi, di trascendere il contingente, il presente, per trasferirsi in una dimensione ultramondana, metafisica. Penso comunque che questa sia una lotta impari. Alla fine vince sempre la morte.
Scrive Roberto Deidier: «Nei suoi versi la fisicità assume le denotazioni più disparate, fino a recitare il ruolo antagonistico più volte evocato e infine temuto, quello di richiamo di malattia e di morte. Ma prima di quest’ultimo, fatale intreccio, in una sorta di carpe diem che riporta la temporalità di questo poeta negli angusti confini di un eterno presente che non vuole e non sa guardare al futuro, né costruirlo, il corpo è la scena primaria di felicità fugaci ed effimere».
Dopo una lunga assenza dalle librerie, nel 2015 presso Mondadori è finalmente apparso un Oscar con tutte le poesie dell’autore romano, di cui ricorre quest’anno il ventennale della scomparsa. Per festeggiare il volume e per ricordare la figura el’opera del poeta, il Comune di Monreale organizza un pomeriggio a lui dedicato, con interventi di amici, studiosi, estimatori che si alterneranno, ognuno dalla propria prospettiva, in testimonianze che ne ricostruiranno la variegata fisionomia.
L’evento si aprirà con una visita guidata al Fondo Antico della Biblioteca dei Benedettini, a cura di Ignazia Ferraro. Seguiranno, nella Sala San Benedetto, gli interventi di Elio Pecora, Antonio Presti, Roberto Deidier (curatore dell’Oscar), accompagnati da filmati in cui il poeta stesso risponde a interviste e recita i suoi versi. Sandro Dieli si esibirà, nella forma del mimo, interpretando con il corpo una poesia di Bellezza.