Il “figlioccio” di Gone Girl è un filo sottile di ricordi
Tratto dal romanzo di Gillian Flynn (l’autrice di L’amore bugiardo), Dark Places è un giallo dalla storia interessante, ma dalla resa rivedibile. Difatti ciò che convince di più è la parte che giunge direttamente dalla carta stampata, perché purtroppo Paquet-Brenner non riesce a imprimere alla pellicola il suo stile e il suo punto di vista.
Libby Day in tenera età ha “assistito” al massacro della sua famiglia e ha accusato il fratello maggiore, che sta scontando i suoi anni in carcere. Vent’anni dopo un gruppo di appassionati di gialli le chiede di incontrarla e instilla nella sua mente l’atroce dubbio che il feroce assassinio sia andato diversamente.
Se la vicenda scivola in modo fluido e impercettibile e lo spettatore si ricorda principalmente ciò che gli viene mostrato del passato, ma fatica a mettere a fuoco scene significative del presente, allora vuol dire che c’è un problema e anche imponente. Perché Dark Places, prodotto suddiviso in due parti, contiene al suo interno l’importanza della vicenda che avviene nel passato, come anche il cambiamento e lo scavo psicologico del personaggio interpretato da Charlize Theron. Eppure questo il pubblico in sala non lo percepisce e si focalizza in modo naturale in direzione di ciò che più gli interessa: il rivangare dei ricordi riprodotti in immagini da Paquet-Brenner. Tutto questo è evidente e giustificato dal racconto di un efferato omicidio, di una testimonianza, apparentemente, condizionata e dall’interesse per la campagna statunitense, così intrisa di odio e pettegolezzi da trasudarne. Tuttavia Dark Places, film giocato sui flashback, è un film di (ri)scoperta e rivalutazione, di cambiamento e di coraggio nell’affrontare i demoni di un passato fin troppo doloroso. Tematiche come queste dovrebbero passare attraverso lo sguardo e il comportamento di Charlize Theron, unica protagonista degna di spessore in questo thriller buio e doloroso, ma ciò non accade perché l’attrice mette il muso dalla prima sequenza e non perde tale espressione fino alla battute conclusive e risolutrici.
Contraddistinto da una buona fotografia e da un sufficientemente lodevole strato di tensione, Dark Places ha la fortuna di avere quella sezione di pellicola che guarda al passato, a cui si aggrappa in modo brutale, perché altrimenti si parlerebbe di un flop a tutto tondo,noioso e per nulla coinvolgente. Invece c’è quella narrazione fluida e perversa quanto basta per risollevare (in parte) le sorti del film diretto e riadattato (male) dallo stesso Paquet-Brenner, regista che incontra per la prima volta Hollywood, ma ne rimane scottato.
Uscita al cinema: 22 ottobre 2015
Voto: **