A gothic-horror tale centering on the life of vampire Barnabas Collins and his run-ins with various monsters, witches, werewolves and ghosts. Based on the popular "Dark Shadows" TV series. [da IMDB]
Puerile, il primo aggettivo che mi è venuto in mente al termine del film. Puerile e tutto di seconda mano: l'umorismo, i personaggi, l’estetica gotica, lo humour nero (toni di grigio, va’), le scenografie da castello dell'orrore, le musiche di Danny Elfman, il solito
Johnny Depp (truccato come Carmelo Bene, somiglianza impressionante). Il combattimento finale, con Eva Green che si frantuma come una porcellana, è ripreso frame by frame da
La morte ti fa bella; la battuta su
Alice Cooper è risaputa (soltanto Giulia non l’ha capita, però lei è più antica di Barnabas); quella su Victoria che è una tipa da carpenters suona gustosa ma riservata a pochi eletti (ci sono arrivato mentre scendevo le scale del cinema). Il resto è pura maniera, che forse incuriosirà le giovani leve cinefile (sempre che esistano ancora) ma alla lunga fiaccherà i burtoniani più fedeli. Non rimane che qualche sprazzo occasionale da farsi bastare. La prima parte presenta le trovate più gustose (Barnabas novello Don Chisciotte che scambia la M di Mefistofele per quella di McDonald’s), l’ambientazione Seventies è spiritosa, poi inizia inesorabile la discesa verso il déjà-vu. Neppure i riferimenti sessuali piuttosto espliciti, inconsueti nei film di Burton, risollevano il morale della truppa: anzi, sottolineano gli evidenti problemi di sceneggiatura. Non vorrei dirlo, ma temo che, negli ultimi film, Tim si sia smarrito dentro il labirinto dell’autoreferenzialità. L’anticamera della morte artistica, senza prevista (?) reincarnazione.
Dark Shadows, di Tim Burton, con Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Eva Green, Chloe Moretz (Usa, 2011, 140’) In programmazione al Cinema Fratelli Marx di Torino.