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Dark Souls II – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 23/03/2014

Cover Dark Souls II

PC - PS3 - Xbox 360 Pegi 16 TESTATO SU
PS3

Genere: ,

Sviluppatore: From Software

Produttore: Bandai Namco

Distributore: Bandai Namco Partners

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 4

Data di uscita: 14/03/2014

Dark Souls II – Recensione PS3X360PC

EUR 56,42EUR 56,42EUR 47,02

VISITA LA SCHEDA DI Dark Souls II

Pro-1Molto difficile Contro-1Alcuni problemi con il lock sui nemici

Pro-2Sistema di combattimento ragionato e funzionale Contro-2Downgrade grafico ed alcuni problemi estetici

Pro-3Affascinante ed assuefacente

Prima di iniziare questa recensione vogliamo proporvi un piccolo gioco: chiudete gli occhi e pensate ai primi videogames che vi vengono in mente. Fatto? Ok, senza stare a pensarci tanto, quanti tra questi titoli appartengono alla generazione che si è appena conclusa? Molto probabilmente pochissimi. Gears of War, Mass Effect e The Last of Us, insieme a pochissimi altri titoli sono riusciti a lasciare un chiaro segno del loro passaggio, tutti gli altri sono semplicemente esistiti, magari hanno anche venduto bene, ma a meno di avere la custodia sotto mano non avremmo nulla che ci ricordi i momenti passati in loro compagnia. In tutte le generazioni videoludiche ci sono titoli che aprono una nuova strada, titoli coraggiosi ed innovativi che riescono proporre qualcosa magari non completamente nuovo, ma visto sotto una ottica diversa e da qui in avanti iniziano a costruire un nuovo percorso.

Quando nella lontana estate del 2010 incontrammo Demon’s Souls ci trovammo davanti ad un gioco che avrebbe sicuramente lasciato un segno, questa era una certezza. Tutti quelli che l’hanno giocato in larga parte se lo ricordano anche a distanza di anni, si ricordano l’entry level incredibilmente proibitivo, la fuga dal drago rosso fino a boss finale, uno dei più grandi bastardi mai creati. L’originalità e la qualità complessiva lo premiarono, sia la critica che il pubblico, ed un seguito era praticamente scontato. Qualche anno dopo ci trovammo tra le mani Dark Souls, notammo che era cambiato il nome ma non l’anima del gioco, che rimaneva sempre estremamente proibitiva ma onesta e, per quanto frustrante, tremendamente assuefacente. Oggi, a concludere questa generazione e a suo modo anche un percorso iniziato quattro anni fa, abbiamo tra le nostre mani Dark Souls II, gioco quasi sconosciuto dalle masse, ma che tutti gli hardcore gamers hanno atteso con grandissima impazienza.

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UNA TERRA DI DRAGHI E DI RE

Se non sapete di cosa stiamo parlando, non avete idea di cosa siano né Demon’s Souls o il suo seguito, allora è bene sapere che la trilogia di From Software è una serie action-RPG focalizzata verso l’esplorazione di dungeon e caratterizzata da un livello di difficoltà decisamente sopra la media. Il successo dei capitoli precedenti è stato decretato principalmente da un level design ben studiato, da ambientazioni affascinanti e decadenti e da un sistema di combattimento divertente e punitivo, che nonostante le morti continue spingeva i giocatori a ripetere più e più volte i livelli, eliminando i propri errori fino a raggiungere una agognata ed estremamente soddisfacente perfezione che si concretizzava nell’uccisione di uno dei boss, tanto grossi quanto violenti.

Se gli sviluppatori ci avessero proposto un Dark Souls 1.5 probabilmente nessuno si sarebbe lamentato più di tanto, perché il capitolo precedente funzionava bene ed offriva qualcosa non riscontrabile in nessun altro gioco. Per nostra fortuna, i creatori non si sono fatti prendere dalla pigrizia e non si sono limitati ad un semplice DLC su grossa scala, ma hanno creato un prodotto nuovo in grado di raccogliere il meglio dei due capitoli precedenti. Dark Souls II è la somma di quanto giocato nei suoi predecessori, ogni elemento che funzionava è stato riportato, aggiungendo una buona dose di contenuti inediti senza allontanarsi dalla strada prefissata, il risultato è un gioco enorme in grado di farvi arrabbiare come poche altre cose, ma allo stesso tempo in grado di catturarvi e non lasciarvi più andare fino alla fine. Se deciderete di accettare la nuova sfida di From Software allora verrete trasportati a Drangleic, un regno una volta rigoglioso, ora marcio fin nelle fondamenta ed abitato da draghi e da ogni forma di creatura demoniaca. Il mondo di  gioco è nuovamente uno spazio enorme, ricco di segreti, dove il backtracking risulta fondamentale per assaporarne tutti gli aspetti; gli ambienti sono suddivisi in micro-aeree collegate tra di loro da un intricato sistema di strade, tra cui potremo comodamente viaggiare grazie al teletrasporto disponibile fin dall’inizio. Le varie sezioni presentano una struttura labirintica che favorisce l’esplorazione di tutti gli anfratti, nascondendo scorciatoie che una volta sbloccate velocizzano il passaggio e rendono meno frustrante l’esperienza. Gli sviluppatori hanno dato sfogo a tutta la loro creatività nel tentativo di realizzare ambienti sempre diversi e l’effetto è buono ma non stupisce più di tanto: i vari palazzi e le grotte, per quanto belli, non riescono a regalare quel feeling che provammo la prima volta in cui viaggiammo per Boletaria, o al nostro arrivo ad Anor Londo. Il level design resta comunque di alto livello e non ci obbliga mai a compiere una determinata azione vincolandola in una esperienza lineare, ma ci lascia liberi di sperimentare diversi approcci alle situazioni senza obbligarci a nessuna condizione.

Durante l’anno sono uscite alcune voci riguardo un eventuale abbassamento della difficoltà, la risposta è un NI: il gioco è sicuramente più permissivo, soprattutto nelle prime fasi dove si riescono a passare ben cinque minuti senza rimanere massacrati. L’entry level è stato un po’ addolcito (soprattutto rispetto al primo capitolo) e pur rimanendo ad un livello decisamente sopra la media permette di prendere di nuova confidenza con i controlli prima di rimanere inevitabilmente uccisi. Allo stesso tempo è stata trovata una soluzione che viene incontro ai giocatori in difficoltà, ma in realtà serve a bloccare la difficoltà dei boss. In Dark Souls II i nemici normali possono essere uccisi solo un determinato numero di volte, dopo di che semplicemente non compariranno più sulla mappa, permettendoci da un lato di procedere più rapidamente verso il prossimo falò, ma di fatto impedendoci il farming selvaggio che ci avrebbe reso le cose più facili contro i boss. Inoltre, morire sarà pure più punitivo che in passato perché oltre a perdere le anime – come già eravamo abituati – ogni volta che verremo uccisi ci avvicineremo di più allo stato di Hollow, con conseguente diminuzione dell’energia totale; la barra potrà essere ripristinata utilizzando appositi oggetti, ma la cosa potrebbe non essere semplicissima. Nel caso vi sentiate delusi e pensiate che questo capitolo sia troppo permissivo non dovete comunque preoccuparvi, passato il tutorial potrete stringere un patto chiamato “compagnia dei campioni” in grado di aumentare sensibilmente la difficoltà, andando ad agire sulla quantità di danni che vi infliggeranno i nemici. Attenti a non attivarlo per caso.

RACCONTAMI UNA STORIA

Qualcuno potrebbe obbiettare riguardo al fatto che Dark Souls II sia un action senza un briciolo di trama, per quanto questo non sia necessariamente un difetto è comunque una affermazione sbagliata. Dark Souls II ha una trama, starà a voi però scoprirla e soprattutto capirla. Il tipo di narrazione proposto è assolutamente non lineare, potreste trovare un personaggio che vi dirà una frase che magari capirete solamente ore dopo e tutto quello che scoprirete dovrete sempre inserirlo nel giusto contesto. La storia va avanti con le nostre azioni e, area dopo area, avrete l’impressione sempre più marcata di essere protagonisti di una avventura, non semplici esploratori di intricati dungeon. Dark Souls II è uno di quei giochi che potrete semplicemente finire, arrivando all’ultimo boss, oppure “finirlo davvero” scoprendo tutti i segreti e tutte le armi epiche. Nel caso vogliate assaporare tutto quello che l’ultima fatica di From software vi può offrire, allora entrerà in scena il meta-gioco parallelo che da sempre contraddistingue questa saga. Per quanto vi possiate impegnare, scoprire tutto da soli è quasi impossibile, difatti una parte dell’esperienza sarà condividere con gli altri giocatori le vostre morti, chiedere e dare consigli, o spulciare la wiki che raccoglie gran parte delle informazioni. A differenza degli altri capitoli, dove effettivamente si andava per tentativi e non c’era quasi nessuna informazione su come fare le armi o sulle scomparse tendenze, Dark Souls II è leggermente più permissivo e ci darà quantomeno le istruzioni base su come iniziare la fabbricazione delle armi più rare.

Il sistema di combattimento ed il gameplay in generale non hanno subito sostanziali modifiche rispetto a quanto abbiamo imparato ad apprezzare: sopravvivere ai nemici sarà nuovamente una questione di conoscenza e di ritmi. Conoscere la portata della nostra arma e gli schemi di attacco degli avversari sarà una caratteristica praticamente necessaria per portare a casa la pelle, allo stesso tempo dovrete gestire la barra dalla stamina che, pur caricandosi molto in fretta, non vi permetterà mai di seguire più di un paio di azioni per volta, se non al prezzo di rimanere praticamente indifesi dalle spade dei nemici. Come si può intuire, i ritmi di Dark Souls II sono lenti e ragionati, correre da un avversario all’altro è solo il modo più rapido per farsi ammazzare, dovrete conquistare un centimetro per volta, cosa che potrete fare solo se sarete all’altezza della sfida proposta. Il più grande pregio del gioco è fondamentalmente il motivo per cui, dopo ogni morte, sarete spinti a riprovarci, sapendo che il gioco è malvagio e punitivo, ma non bara. Ogni morte sarà da attribuire ad un nostro errore, di posizione, di errata valutazione delle distanze e via dicendo, ma avremo sempre la certezza che fosse possibile fare meglio, evitare di attirare così tanti nemici, o valutare meglio i nostri attacchi. Per ogni morte c’è una conseguente crescita di conoscenza, avrete una migliore concezione degli avversari e dell’ambiente, cosa che non vi impedirà di morire in maniera inaspettata, ma quantomeno avrete una mezza possibilità in più di arrivare in fondo alla sezione.

Il multiplayer ritorna con entrambi i suoi aspetti opportunamente potenziati, similmente al primo episodio, lasciare i messaggi sarà più semplice non che incentivato, naturalmente non tutti i messaggi saranno utili, starà a voi capire di quali potrete fidarvi e quelli che sono delle trappole lasciate dagli altri giocatori. Per la gioia di chi si diverte ad invadere i mondi altrui, questa volta sono notevolmente aumentate le zone dove potrete interagire con gli altri giocatori, sia per aiutarli e sia per ucciderli, nel caso non disponiate di una connessione ad Internet, saltuariamente avrete la possibilità di evocare un fantasma bot in grado di darvi una mano, soprattutto contro i boss più grossi. Dark Souls II propone alcune aree espressamente realizzate per il PvP, il bilanciamento è migliore di quanto provato con il capitolo precedente, ma ancora ci sono problemi, niente di così grave da renderlo ingiocabile, però sufficienti per far passare in secondo piano una feature che avrebbe molto da offrire.

LA GRANDE BELLEZZA?

Tecnicamente le due versioni sono molto simili tra di loro ed in entrambi i formati presentano alcune criticità tali da non poter affermare che una versione sia migliore dell’altra. Se disponete di entrambe le console dovrete scegliere quali difetti riteniate meno fastidiosi, l’edizione Xbox 360 mostra problemi di tearing evidenti, mentre su PS3 abbiamo riscontrato alcuni cali di framerate, niente di traumatico e complessivamente in misura minore che nel capitolo precedente. Una cosa che ci teniamo assolutamente a segnalare è come gli sviluppatori abbiano giocato un po’ sporco durante tutto il periodo che ha preceduto il lancio del gioco: in tutti i filmati che abbiamo visto ci è stato mostrato un gioco visivamente impressionante, tanto che tutti restammo impressionati davanti a squarci visivi di tale portata chiedendoci come fosse possibile una tale bellezza. La risposta era semplice: non era possibile. Tutti i video che sono usciti in questo anno sono presi, probabilmente, dalla versione PC del gioco in uscita il prossimo mese ed a questo punto una versione per le console next-gen ci pare plausibile, anche se non c’è nulla di confermato. Il downgrade grafico su PS3 e Xbox 360 appare piuttosto evidente, mancano molti effetti luce, le texture sono povere ed i modelli dei nemici sono più squadrati, il risultato è  ben distante da quanto ci era stato mostrato, ma complessivamente più plausibile, considerando che gira su console innegabilmente datate e che mostrano tutti i loro limiti tecnici.  Nell’abbassamento della qualità video gli sviluppatori ovviamente hanno prediletto alcuni aspetti rispetto ad altri, di conseguenza se il modello del nostro protagonista risulta comunque ben fatto, lo stesso si può dire di molti dei nemici più grandi, alcuni effetti grafici sono veramente brutti da vedere, uno su tutti è il fuoco che pare essere uscito da un file risalente a due generazioni addietro. In generale però, Dark Souls II graficamente migliora ed ottimizza quanto visto nel capitolo precedente, giocabile e godibile soprattutto nelle occasioni in cui potremo ammirare il panorama, ma probabilmente su PC sarà un’altra cosa, almeno lo speriamo.

Drangleic è un regno dove il silenzio è un elemento fondamentale tanto per ragioni di atmosfera quanto per questioni di gameplay, l’assenza di suono permette di immedesimarsi al meglio in questo mondo abbandonato inoltre, giocando con le cuffie, se presterete la giusta attenzione potreste essere in grado di sentire il rumore dei passi di un nemico che sta per attaccarvi alle spalle e di conseguenza evitare l’ennesima ingloriosa fine. Nonostante gran parte dell’avventura la passerete solo con la compagnia del vostro incedere, il gioco presenta una serie di temi musicali atti ad enfatizzare alcune situazioni particolarmente interessanti, sfortunatamente il lato audio è l’aspetto più debole e trascurato, difatti le varie tracce saranno un semplice accompagnamento e nessuna di queste è in grado di stupire o esaltare i giocatori quanto dovrebbe. Il discorso vale anche per vari effetti sonori, carini ma non particolarmente curati, che in questo capitolo ricordano in maniera quasi eccessiva quelli ascoltati nello scorso episodio, tanto da far nascere più di un sospetto riguardo ad un semplice riciclo del materiale.

Dark Souls II – Recensione IN CONCLUSIONE
Dark Souls II riunisce a sé i migliori aspetti dei due capitoli che l'hanno preceduto ed aggiunge tanti nuovi contenuti, cosa che farà impazzire tutti i giocatori che hanno apprezzato i predecessori; allo stesso tempo, continuerà a tenere alla larga tutti gli altri. Se cercate una esperienza leggera, da dedicarci mezz'ora prima di andare a dormire siete assolutamente fuori strada: Drangleic è un regno proibitivo dove tutto e tutti vorranno farvi fuori, solo una grande forza di volontà vi permetterà di superare queste insidie. Dark Souls II è quindi un titolo grandioso, un gioco ricco di personalità che si presenta senza particolari concessioni al mercato di massa. O vi piace e vi divertirete da morire, riprovando finché non riuscirete a distruggere creature enormi, oppure il gioco di From Software non fa per voi. ZVOTO 9
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