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Dark Souls II: Scholar of the First Sin – Il cammino del portatore del marchio

Da Videogiochi @ZGiochi
di Matteo "Kampa_J" Campagnano

Dopo l’uscita dell’esclusiva PS4 Bloodborne, ecco che il 4 Aprile fa capolino una nuova Remastered targata From Software: Dark Souls II: Scholar of the First Sin che comprende tutti i DLC e presenta diverse modifiche a livello di gameplay, difficoltà, nemici, grafica e intelligenza artificiale. Attenzione però, prima di cominciare è bene dirvi che i Souls sono completamente differenti dalla più recente esclusiva PS4 e quindi se pensate di addentrarvi nel regno di Drangleic, convinti di giocare ad un Bloodborne in stile medioevale/fantasy, inutile dire che vi sbagliate di grosso e che l’acquisto potrebbe deludervi, non tanto per l’esperienza in se, quanto invece per una netta differenza a livello di gameplay. Il senso di dispersione, la dinamica degli scontri più incentrati sulla difesa che su “attacco/schivata”, un diverso sistema di potenziamenti e la difficoltà generale sono solo alcune cose che differenziano i due titoli… Ad ogni modo non vogliamo tediarvi ulteriormente e nemmeno farvi un piccolo excursus sulla saga dei Dark Souls (se volete saperne di più vi invitiamo a visionare la nostra recensione di Dark Souls 2 e dei rispettivi DLC: Crown of the Sunken KingCrown of the Old Iron KingCrown of the Ivory King), dato che stiamo parlando di una remastered, quindi ci concentreremo solamente sulle succose novità di questa riedizione in 1080p e 60fps.

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Benvenuti (di nuovo) a Drangleic

La prima cosa che salta subito all’occhio è il comparto tecnico, non tanto per la sua estetica quanto invece per la fluidità dell’immagine. Infatti, grazie all’intervento degli sviluppatori il titolo è stato portato sui 60fps (comunque non granitici), inoltre i 1080p si fanno sentire, regalando scorci ed orizzonti ora ben nitidi e assolutamente godibili rispetto al passato. Altra grande novità che chi ha già portato a termine l’avventura noterà fin da subito è l’inserimento di nemici aggiuntivi, più aggressivi e più “svegli” in zone ove prima non c’erano. Senza spoilerare nulla vi basti pensare che a tal proposito è stato aggiunto un temibile nemico in una zona particolarmente facile inizialmente e che vi darà non poche rogne, soprattutto perché in grado di uccidervi in breve tempo e dalla distanza (non diciamo altro). Questa ed altre sono delle gradite aggiunte, in risposta alla polemica della community che si era lamentata della non eccelsa difficoltà di questo secondo capitolo, decisamente più accessibile rispetto a Demon’s Souls e ancor di più di Dark Souls.

Un’altra cosa che abbiamo notato è un deterioramento due volte più veloce delle armi (anche se un fix è in arrivo) rispetto a quanto eravamo abituati: su questo punto alcuni sostengono che sia un bug dovuto ai 60fps, altri sostengono che sia stata un’aggiunta voluta da From Software per rendere ancora più difficile l’esperienza di gioco, tuttavia anche se le armi (non rotte), riposando al falò, si ripristineranno automaticamente senza dover accedere al fabbro, è anche vero che ad ogni riposo equivale il respawn di tutti i nemici fin dal quel momento abbattuti e che andranno affrontati nuovamente, compromettendo di nuovo la robustezza dell’arma equipaggiata e così via… Inoltre vi basti pensare che ogni 10/15 nemici l’arma tenderà a rovinarsi e dopo circa 20 a rompersi, quindi immaginatevi cosa significa affrontare le insidie di Dark Souls con questa consapevolezza. Andando avanti con l’avventura ed equipaggiando le armi più avanzate per fortuna questo aspetto si riduce al minimo, riducendo lo stato di frustrazione percepito ad inizio gioco, quindi dovrete avere pazienza e l’attesa sarà ripagata.

C’è qualcosa di diverso qui…

Come abbiamo accennato poco sopra, anche l’IA è stata migliorata, i nemici ora sono più aggressivi, reattivi e avranno un raggio d’azione molto più ampio rispetto al passato. Infatti se pensate di circumnavigare i livelli correndo e passando fra i nemici senza menare un fendente, vi potreste ritrovare con un numero eccessivo di nemici all’inseguimento pronti ad uccidervi alle spalle, in questo modo il gioco ci imporrà di agire con calma, di dare il giusto peso alle nostre azioni, attacchi e schivate e sarà più difficile separare i nemici in gruppo per affrontarne uno alla volta, dato che a questo giro le creature ci avvisteranno da diversi metri di distanza. Altra novità non da meno è l’introduzione di zone, leve, scale e passaggi prima accessibili, ora bloccate da delle statue e che potranno essere distrutte solamente utilizzando uno specifico oggetto in grado di risvegliare il malcapitato pietrificato e che ci darà poi accesso alla zona. Questo espediente “simpatico” è stato adottato dallo sviluppatore per rendere alcune zone, dove per esempio farmare o raggiungere oggetti particolarmente utili, inaccessibili così da rendere il titolo ancora più contorto e difficile.

Un’aggiunta graditissima per chi ama la compagnia è quella di poter evocare npc e amici fin da subito (anche più di uno contemporaneamente), permettendoci di uccidere più velocemente quel boss di zona che in passato ci ha fatto penare, o semplicemente perché troppo intimoriti o impigriti per farlo in solitudine. In generale quindi possiamo dire che, se è vero che Dark Souls II: Scholar of the First Sin risulta un titolo più difficilotto sotto certi aspetti, la dinamica della cooperazione fin dall’inizio faciliterà non poco le cose, a patto certo che troverete i suddetti segni di evocazione. Attenzione però, il comparto multigiocatore qui non sarà come per Bloodborne, nessuna Campana del Richiamo, potremo solo lasciare un segno sul terreno grazie ad un’apposita pietra e attendere il fortunato che deciderà di evocarci e viceversa, inoltre per poter essere evocato e o evocare dovremo essere sotto forma umana, altrimenti non potremo far altro che cavarcela da soli. Infine sono stati fatti ritocchi sul lore di Dark Souls II, con l’aggiunta e la riscrittura di alcuni dialoghi e o testi così come l’implementazione di un personaggio del tutto inedito e che sbloccherà perfino un finale alternativo, ovvero lo Scholar of the First Sin.

Bonfire

Che tramonto meraviglioso

A livello tecnico è stato fatto un buon lavoro, non così certosino, ma comunque la differenza si nota… Eccome! I From Software hanno infatti apportato modifiche significative, come migliorie per quanto riguarda soprattutto il sistema di illuminazione, la resa della luce e dell’oscurità, così come gli effetti particellari più in generale e una profondità di campo notevole, con settaggi tecnici che si avvicinano di molto alla versione precedente per PC (che non era così eccezionale da far urlare al miracolo, ma che si distingueva nettamente dalla versione console (come sempre). L’audio è come sempre settato su ottimi livelli con rumori di fondo e ambientali ben campionati e che immergono il giocatore in toto, così come anche il doppiaggio, interamente in inglese con sottotitoli in italiano, di buona fattura. Come sempre durante tutta la durata del gioco, tranne per gli scontri con i vari boss di livello, non vi sarà alcuna musica, se non quella scandita dai nostri passi e dai fendenti delle armi o dei rantoli nell’oscurità di qualche lurida creatura immonda che ci attende dietro l’angolo, il che come ormai ben sappiamo regala una sensazione di immersione totale con l’ambiente di gioco, rendendo protagonista ogni minimo scricchiolio, eco e o suono che sentiremo.

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