Nelle pagine di Dark Water è nascosto il fantasma di una bambina scomparsa, in un condominio costruito di recente, e della sua borsetta dei giochi che compare quasi magicamente vicino a luogo della sparizione. C'è l'inquietante follia di un pescatore violento, che uccide la moglie e se ne dimentica, che vaga per il porto cercandola, e che finisce per ritrovarla nel bel mezzo di una tempesta, mentre è in mare aperto a pescare. C'è l'oscurità di una grotta inesplorata, una trappola mortale per due speleologi troppo curiosi. C'è il mistero di una imbarcazione bloccata a poche centinaia di metri dal porto, incapace di avanzare, di arretrare, di muoversi in alcun modo. C'è una donna nuda abbandonata dal suo amante su una delle isole artificiali che erano state costruite durante la seconda guerra mondiale. C'è la storia di una vecchia, che dopo un forte trauma non riesce più a camminare, ma che comincia a fare le terapie solo grazie a un messaggio trovato sulla spiaggia.
Dark water è inquietudine delicata, forse l'ho già detto. Suzuki Koji non è mai eccessivo. Racconta le storie con una maestria che probabilmente è una caratteristica degli autori nipponici. C'è inquietudine senza spavento. C'è il brivido lungo la schiena. C'è il dubbio. C'è l'emozione senza estremi. Come una carezza inaspettata che ci spinge a voltare di scatto la testa. Paura e sorpresa. Veramente bello.
Non posso descriverlo fisicamente, questo libro, perché l'ho letto in ebook.
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