Ma una caratteristica della scrittura di Casty è anche quella di saper muovere quel Topolino in contesti contemporanei e in avventure più moderniste: non suoni strano, dunque, che l’autore goriziano abbia deciso di sceneggiare una storia di stampo fantascientifico con protagonisti dei robottoni e scontri tra Mickey e armature ipertecnologiche.
Il soggetto di partenza è stato ideato dal disegnatore Lorenzo Pastrovicchio, appassionato di fantascienza e di mecha design, che ha riversato il suo amore per questo immaginario in un plot inusuale ma intrigante.
L’atmosfera fantascientifica si presta infatti ad essere un ottimo e intrigante setting per un’indagine, permettendo a diversi elementi di intervenire per incuriosire il lettore e per offrire nuovi spunti e difficoltà al protagonista.
L’altro grande protagonista della storia è Macchia Nera: nemmeno il villain viene snaturato, come si potrebbe temere all’idea che indossi una super-armatura. Il criminale conserva la propria raffinatezza e resta sempre in primo piano la sua intelligenza e grande capacità strategica. Il
Un neo della storia è la scansione narrativa: pur nei suoi tre tempi, l’avventura appare un po’ compressa, con alcuni passaggi gestiti frettolosamente e con l’azione sbilanciata tutta nel terzo episodio, lasciando i primi due con il solo delinearsi dell’indagine. Per quanto una suddivisione del genere trovi il suo significato in un ritmo di lettura settimanale, il difetto emerge maggiormente con la storia raccolta tutta insieme.
Lorenzo Pastrovicchio ha avuto modo di sfogare la sua passione per il mecha design, studiando l’aspetto del Darkenblot ma anche degli altri robot. Inoltre si è potuto sbizzarrire nella resa estetica di Avangard City,
Pastrovicchio coniuga il paesaggio avveniristico e i dispositivi hi tech con un tratto che, per quanto riguarda la figura di Topolino, si avvicina molto allo stile gottfredsoniano, rintracciabile soprattutto nella posizione della bocca e nel movimento degli occhi che il personaggio assume durante certe espressioni.
Il disegnatore ha lavorato molto anche sul costume di Macchia Nera: anche senza armatura, infatti, il personaggio appare diverso dal solito, indossando un lungo cappotto nero che rende la sua figura ancora più imponente e temibile, assieme ad una complessa pettorina e a degli anfibi dall’aspetto marziale. Il risultato è un ibrido convincente tra la classica silhouette dell’antagonista di Topolino e un aspetto più steampunk.
L’idea di Lorenzo Pastrovicchio su Topolino alle prese con un grosso robot da combattimento viene dunque adottata da Casty che la approfondisce in accordo con il disegnatore rendendola una storia fresca e attuale,
La storia viene riproposta integralmente nel secondo numero della collana Definitive Collection: l’edizione si apre con due brevi interviste, una per ciascun autore, e tramite la loro voce è possibile avere uno sguardo sul dietro le quinte di Darkenblot.
A intervallare le puntate dell’avventura, poi, numerosi bozzetti e studi grafici di Pastrovicchio contribuiscono ad abbellire il volume e a renderlo certamente un’edizione di riferimento.
Abbiamo parlato di:
Darkenblot #1– Definitive Collection #2
Casty, Lorenzo Pastrovicchio
Disney-Panini Comics, dicembre 2014
114 pagine, colori, brossurato – € 3,90
ISBN: 9 772384 993902 40002