Tornano a colpire i Darkthrone e lo fanno con un album che, in parte, prosegue il percorso intrapreso con le ultime prove in studio e, al contempo, impone allo stesso una netta accelerazione sulla via del ritorno verso sonorità care al metal sul finire degli anni Settanta, cioè verso quell’epoca d’oro in cui il distacco dai canoni hard-rock era ancora in fase di completamento e si cominciava a delineare la forma sonora che oggi viene comunemente definita NWOBHM. A questo si sovrappongono le scorie di quello che resta e resterà sempre il marchio dei Darkthrone, quella forma di estremismo mutante e refrattario a ogni regola che rende immediatamente riconoscibili i brani della band, siano essi opera di Nocturno Culto o di Fenriz, seppure con i distinguo e le differenze che li rendono due facce di una stessa medaglia. Di certo, questa volta il salto rispetto al recente passato e lo strappo con le origini è ancora più marcato e imponente, perché The Underground Resistance è disco puramente heavy metal, nell’accezione che il genere aveva prima dell’imporsi delle varie sotto-scene: è disco sanguigno, urgente, appassionato e ricco di rimandi, puntualizzati senza tanti giri di parole nelle note dello stesso Fenriz, sempre più paladino del vero spirito metal grazie alla sua attività di dj e promulgatore tramite il sito Band Of The Week. Si mettano il cuore in pace, quindi, tutti coloro che ancora attendono un’improbabile ritorno al black metal dei vecchi tempi o che mal digeriscono le clean vocals, che a onor del vero si trovano a perfetto agio all’interno di un album simile. Insomma, il nuovo album dei Darkthrone è in tutto e per tutto una raccolta di anthem metal puri e duri, trascinanti e potenti, in cui vichinghi e bikers si fondono per dar vita ad una nuova specie di guerriero, come da manuale del genere. Nulla d’altro da aggiungere se non che ancora una volta i Darkthrone sapranno entusiasmare le orde di seguaci e aggiungeranno un nuovo meritato successo al loro palmarès, così come lasceranno altrettanti sorrisetti di sufficienza in chi ha completamente perso di vista il loro percorso e la loro scelta di campo. Prendere o lasciare, ma si consiglia di ascoltare l’accoppiata che apre il disco: se a quel punto riuscirete ancora a premere il tasto stop e non vi sarete lasciati andare al più travolgente headbanging, vorrà proprio dire che i Darkthrone non sono la vostra tazza di tè. Peccato.
Tracklist
01. Dead Early
02. Valkyrie
03. Lesser Men
04. The Ones You Left Behind
05. Come Warfare, the Entire Doom
06. Leave No Cross Unturned
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