Nell’hub di Francoforte, non siamo in molti ad attendere l’apertura del gate che ci condurrà sull’aereo per Edimburgo. Due file di sedie, una di fronte all’altra, permettono a ognuno di noi di scrutare chi s’ha di fronte. Sguardi discreti e un po’ furtivi si alzano e si abbassano da tablet, smartphone, quotidiani, laptop, libri. Ci sono anche sguardi fissi sui monitor che segnaleranno l’inizio dell’imbarco. Sguardi che sembra stiano attendendo un’apparizione. Una delle poche persone che non si distrae, è una signora di mezza età. È composta. Mantella, guanti e sciarpa simmetricamente appoggiati sulle gambe unite. Non accavallate, ma unite come si confà ad una vera signora. Sta leggendo un quotidiano economico. Lo capisco dai grafici che appaiono sulle pagine offerte ai miei occhi. Non potrei capirlo dalle parole, visto che, della lingua dei crucchi conosco solo una manciata di vocaboli. E mentre tutti continuano ad alzare lo sguardo sulla persona che siede loro di fronte, sui monitor, sui vari steward e hostess che passano di fianco al gate, ma che poi tirano dritto, la lettrice economica chiude il quotidiano, e dalla tasca anteriore del bagaglio a mano tira fuori Das Kapital im 21. Jahrhundert di Thomas Piketty. L’apertura del gate però, anticipa l’apertura del libro.
Hogmanay, sto arrivando.
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