Di Francesca Abbatiello. La fiducia è la pietra miliare nel rapporto datore di lavoro-lavoratore. È proprio questa caratteristica che è venuta a mancare in riferimento al governo tedesco. Quest’ultimo, infatti, mercoledì scorso, ha scoperto che due agenti segreti tedeschi hanno passato delle informazioni riservate, agli Stati Uniti, dopo essere stato assoldato dalla CIA. Immediata la reazione di tedeschi, che hanno ordinato l’espulsione di un rappresentante dei servizi segreti americani operativo a Berlino.
Steffen Seibert, portavoce della cancelliera Angela Merkel ha detto che “resta indispensabile la cooperazione stretta con i partner occidentali, in particolare con gli Usa, nell’interesse della sicurezza dei cittadini e delle forze di sicurezza impegnate all’estero. Ma per questo sono necessarie la fiducia reciproca e la schiettezza. Il nostro governo continua a essere disponibile e si aspetta lo stesso anche dai partner più stretti”.
Il caso su queste attività di spionaggio è scoppiato venerdì scorso, quando è stato arrestato un agente tedesco che sotto interrogatorio avrebbe ammesso di aver fornito a Washington documenti e informazioni riservate sull’inchiesta avviata da Berlino sullo scandalo Nsa.
Angela Merkel ha subito fatto sentire la sua voce: “spiare gli alleati è uno spreco di energie. Ci sono problemi enormi che per me sono prioritari alla questione dello spiarsi. In questi tempi imprevedibili, è decisivo potersi fidare”. Sulla stessa linea di pensiero della cancelliera vi è anche il ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble: “la collaborazione con Washington non può significare che gli americani possano dare lavoro a gente di terza classe da noi. E’ una cosa così stolta, che su questa stupidità si può solo piangere sopra”.
Ieri inoltre, la procura federale aveva confermato l’esistenza di un secondo sospetto caso di spionaggio, scoperto sul suolo tedesco. La cancelliera ha dato disposizione di limitare la collaborazione con i servizi americani alle operazioni di stretta urgenza, congelando tutte le altre attività, eccetto quelle che tutelano gli interessi nazionali della Germania, come la sicurezza dei soldati tedeschi impegnati in aree di crisi come l’Afghanistan o la difesa interna ed esterna contro la minaccia di attacchi terroristici.
Che si tratti di una crisi di collaborazione tra i due governi? Considerato che sono stati usati toni pacati nella scelta di espellere il rappresentante americano, sarebbe meglio parlare di una crisi diplomatica. Certo è che tale decisione segna una presa di posizione della Germania nei confronti degli Stati Uniti limitatamente al rapporto di collaborazione che deve avvenire su basi paritarie.