Dopo l'allarme lanciato dal capo degli 007 svizzero Markus Seiler sulle e mail a rischio spionaggio, arriva un nuovo capitolo dello scandalo Datagate. Secondo le rivelazioni dell'informatico Edward Snowden che aveva svelato lo spionaggio di massa da parte dell'intelligence americana su cittadini e governi, spie inglesi e americane sono entrate nel network del produttore mondiale di sim-card Gemalto. Questa volta secondo un articolo scritto da Intercept gli Stati Uniti e il regno Unito, l'NSA negli USA e la GCHQ in Gran Bretagna avrebbero avuto accesso a milioni di sim di telefoni cellulari, sfruttando la SIM Card e una particolare backdoor. Ciò sarebbe stato possibile sfruttando un hack nel network di Gemalto, una società olandese che produce le SIM per i quattro principali vettori USA e per altri 450 operatori in tutto il mondo. In questo modo hanno avrebbero ottenuto la possibilità di leggere i dati dei telefonini. Questo vuol dire che i cellulari di milioni di cittadini sarebbero vulnerabili alla penetrazione da parte da parte di queste agenzie. Tuttavia non è chiaro quante persone siano coinvolte. Gemalto ha risposto a Intercept di non essere al corrente della pratica messa in atto dall'intelligence. Lo scandalo Nsa era scoppiato il 5 giugno del 2013 quando il Guardian aveva pubblicato il primo articolo su i dati raccolti da Snowden che ora si trova a Mosca come rifugiato politico. Un carente livello di sicurezza, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello " Sportello dei Diritti ", se la notizia fosse confermata. Si tratterebbe di un'enorme violazione della privacy per gli utenti di tutto il mondo, a prescindere dal telefono utilizzato: iPhone, Galaxy, HTC One o telefonini di 10 anni fa, sono tutti intercettabili, visto che l'hack riguarda le schede SIM, che ha permesso sottrazioni di dati sensibili con gravi ripercussioni sui cittadini e sulle istituzioni che possono mettere potenzialmente a repentaglio anche intere economie e sia sui diritti dei singoli cittadini, pregiudicando la riservatezza delle loro comunicazioni e la protezione dei loro dati personali. Occorre, quindi, aumentare la vigilanza da parte delle autorità e migliorare costantemente i protocolli di sicurezza.
Lecce, 20 febbraio 2014
Giovanni D'AGATA