Mother Isolina doveva farlo proprio bene il coniglio, con aglio, rosmarino ed olio d’oliva. Era forse una donna con tanta scorza, come le donne italiane d’un tempo, come ora non ce ne sono più, ma il suo coniglio doveva essere proprio buono. Un momento: non vi sto parlando di una delle gag più divertenti di questo lavoro. La prima che mi viene in mente? “I scream! You scream! We all scream for icecream!”… e non è nemmeno questa la gag più buffa: per me il massimo è quando in riva al fiume, incapace di nuotare, inseguito dai cani e dalla polizia, consapevole delle suedifficoltà comunicative, Bob si chiede in italiano come poter chiedere agli americani di fermare i cani. Oh no, non ve la linko: guardate il film sesiete curiosi.
Benvenuti nel film che probabilmente deluderà chiunque si aspetti Benigni Benigni. Qualcosa c’è, certo, ma non più di qualcosa. Invece benvenuti in una pellicola magica firmata Jim Jarmusch, con immagini affascinanti, con ambienti americani che non sono poi così americani ma sono anche proprio tanto americani. Spazi immensi da una parte, spazi costretti da un’altra, momenti con strade da scegliere e poi mancanza totale di strade da seguire. E ritrovarsi, proprio quandosi è più persi! È davvero affascinante. Io non avrei saputo neppure pensarci.
Ah, già: benvenuti anche nel primo film in cui affianco a Benigni compare il suo amore di sempre! Una dolcissima Nicoletta, un’italiana sola sola in the middle of nowhere che aspettava solo l’arrivo del suo piccolo cucciolo italiano da coccolare.
E poi benvenuti in uno spettacolare bianco e nero che ospita due cantanti veri, due signori cantanti che dividono la scena col nostro Roberto in parti perfettamente uguali, tutte diverse ma tutte così ben miscelate che sembra di bere un cocktail in cui gli ingredienti non si riconoscono più.
Il famosissimo Tom Waits, con la sua voce calda e profonda ci regala anche un brano durante il film… ed è vera poesia. L’altro invece non vi dico chi è: scopritelo da voi, se vi va. Però poi a Roberto è piaciuto così tanto da invitarlo anche ne “Il piccolo diavolo”: bravo Roberto, ottima scelta!
La storia? Non conta più di tanto. La storia è la scusa per raccontare qualcosa. Ma il film è tutto il resto, e vale la pena vederlo almeno una volta, anche se è in inglese. Se poi siete come me, una non vi basterà.
E per mangiare? Catch the rabbit, folks! Anche senza garlic, rosmarin and olive oil, se lo mettete sul fuoco col girarrosto avete quello che ci vuole quando siete al freddo, persi nella foresta di notte. Evviva la ricetta di mother Isolina!