E quello che succedeva in Asia, quelle spaventose carneficine... non me ne sono accorta che molto più tardi. Ma non c'è un mattino, da tanti anni a questa parte, in cui, alzandomi, io non pensi prima di tutto allo stato del mondo per partecipare, condividere per un istante la sofferenza universale. Pure, a volte, nonostante questo, si riesce a essere felici, ma è un'altra specie di felicità
Diffido, in genere, dai libri intervista agli scrittori. E pensare che questo è anche piuttosto corposo, altro che pochi capitoletti giusto per fissare un cammino intellettuale, una visione del mondo o una giratina più o meno frettolosa nel laboratorio di scrittura di un autore.
Ma Ad occhi aperti - volume, edito da Bompiani, che raccoglie le conversazioni di Matthieu Galey con Marguerite Yourcenar - è molto di più e ci restituisce pienamente il fascino, la complessità, la singolarità di questa scrittrice.
Conversazioni appunto. E sembra quasi di vederli, i due, nella veranda di Petite-Pleasance, la casa dell'isola dell'Atlantico, davanti alla costa del Maine, che la Yourcenar aveva scelto di abitare. Casa di silenzi, di gesti antichi come fare il pane in casa, di parole distillate dalle letture.