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Dave Brubeck: addio a una leggenda del jazz

Da Webnewsman @lenews1

Dave Brubeck, icona del jazzDave Brubeck, icona del jazz

Dave Brubeck, pianista e compositore americano diventato icona del jazz scatenando l'entusiasmo del pubblico e scansando lo scetticismo di alcuni puristi, si è spento Mercoledì negli Stati Uniti, alla vigilia del suo 92° compleanno, a seguito di un arresto cardiaco al Norwalk Hospital nel Connecticut.  Grande ammiratore di Duke Ellington, Brubeck si è esibito in concerto di fronte ad ogni presidente americano, a partire da John Kennedy, entrando di fatto nella leggenda. Nel 1954 la rivista Time gli dedicò una copetina: fu il secondo musicista jazz ad apparire sul prestigioso magazine dopo Louis Armstrong.
 
Nato il 6 dicembre 1920 a Concord, in California, il giovane Brubeck trascorse l'infanzia in una fattoria, circondato da amanti della musica. Sua madre insegnava pianoforte mentre i due fratelli più grandi, come lui, diventarono musicisti professionisti. Dopo la seconda guerra mondiale, approfondì le proprie conoscenze con il compositore classico francese Darius Milhaud, prima di avviare la propria carriera nel 1947 a San Francisco, accanto all'uomo che sarebbe diventato il suo "complice", il sassofonista Paul Desmond. La consacrazione avvenne  nel 1959 con Time Out, il primo album jazz dei "The Dave Brubeck Quartet", il quartetto formato da Brubeck, Paul Desmond (sax), Joe Morello (batteria) ed Eugene Wright (basso). Costruito su una ritmica insolita, l'album ottenne un successo planetario, con un milione di copie vendute in tutto il mondo.

Alcuni puristi, in particolare in Francia, criticarono Dave Brubeck e la sua musica, apparentemente lontana dalle radici afro-americane e priva di qualsiasi dimensione di protesta, caratterizzata dall'uso del contrappunto, dalla polifonia, e basata sulla sperimentazione ritmica. Brubeck seppe sfidare le convenzioni del genere, raggiungendo la fama in tutto il mondo con brani come Take Five e Blue Rondo, rivoluzionando il jazz, sovvertendone le convenzioni, e rendendolo di fatto accessibile a tutti. Fedele alla propria formazione classica, compose anche balletti e musical, diversi pezzi per ensemble jazz e orchestra e numerose opere per pianoforte. Sostenitore dell'integrazione dei neri in un'epoca in cui la segregazione razziale era ancora dominante negli Stati Uniti, Brubeck, jazzista bianco, fu il primo a suonare nei club degli Stati del sud il jazz nero.


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