Magazine Cultura

David Bowie, the man who changed the world

Creato il 13 gennaio 2016 da Cannibal Kid
Condividi
Se penso a un cantante che ha influenzato il mondo e la pop culture contemporanea, il primo nome che mi viene in mente è quello di David Bowie. Non lo dico perché è venuto a mancare e la tendenza generale è quella di denigrare il più possibile le persone quando sono in vita e poi celebrarle a dismisura quando sono decedute. È una convinzione che ho da parecchio tempo e che negli ultimi anni si è rafforzata sempre più. Bowie è famosissimo, ma probabilmente non è l'artista musicale più noto del mondo. Beatles, Rolling Stone, Elvis Presley, Michael Jackson e Madonna a livello di pura popolarità, di “fame”, sono più conosciuti. Eppure credo che, a livello di impatto culturale, il Duca Bianco abbia esercitato un peso maggiore di chiunque.
David Bowie, the man who changed the world
David Bowie ha cambiato come penso nessun altro il mondo musicale, ma non solo. Partiamo innanzitutto dalla musica. Difficile immaginare come potrebbero suonare senza di lui il rock, il pop, forse ancora di più l'elettronica di oggi. Bowie è poi un nome di riferimento per un sacco di generi e sottogeneri come il glam, il punk, il post-punk, la new-wave, il grunge, il britpop e persino l'hip-hop, basti sentire il campionamento di “Let's Dance” in “Been Around the World” di Puff Daddy, giusto per citarne solo uno. Da teenager non me ne rendevo del tutto conto, poi in seguito andando a sentire per bene la sterminata discografia di Bowie ho scoperto come un sacco dei miei gruppi e cantanti preferiti, dai Blur ai Nirvana passando per Oasis, Beck, Radiohead, Joy Division, Cure, Sonic Youth, Pixies,  Nine Inch Nails, Smashing Pumpkins, Placebo e pure Daft Punk, giusto per citarne alcuni, a lui devono tantissimo. David Bowie nel corso della sua carriera a sua volta è stato influenzato da un sacco di generi differenti, dalla disco al jazz, dal soul al funk, ma è sempre riuscito a rielaborarli in una maniera personale, che ha dato vita a qualcosa di nuovo. Senza di lui, sul serio, come suonerebbe la musica adesso?
David Bowie ha però cambiato per sempre anche la moda, il look (da Marilyn Manson fino a Lady Gaga), le arti visive in generale, e con il suo look trasgressivo e androgino ha cambiato la concezione di sessualità. Chi ha vissuto gli anni '70 in prima persona l'avrà visto con i suoi occhi, per chi invece come me è cresciuto negli anni '90 a raccontarlo, in maniera splendida quasi come se fosse una fiaba, c'è stato Velvet Goldmine. Uno di quei 3 o 4 film che più hanno cambiato la mia visione del mondo. Non avete mai visto Velvet Goldmine? Ma che siete pazzi? Recuperatelo subito. Velvet Goldmine di Todd Haynes con Jonathan Rhys-Meyers, Ewan McGregor e Christian Bale non è solo un film sul glam-rock e su Bowie. È il film definitivo su Bowie, per quanto per una questione di diritti non sia utilizzato il suo nome bensì quello di un suo fittizio alter-ego: Brian Slade.
David Bowie, the man who changed the world
E così siamo arrivati al cinema. David Bowie come attore ha recitato in varie pellicole, dall'horror vampiresco Miriam si sveglia a mezzanotte al fantasy Labyrinth, passando per Furyo e Basquiat, dove aveva la parte di Andy Warhol, senza dimenticare Fuoco cammina con me di David Lynch, The Prestige di Christopher Nolan, Zoolander e pure l'italiano Il mio West al fianco di Leonardo Pieraccioni (ma che davvero?). Okay, quest'ultimo magari è meglio dimenticarlo.
David Bowie, the man who changed the world
Il suo contributo più importante al cinema è comunque con le sue canzoni, a dir poco usatissime all'interno di un sacco di pellicole. Penso a Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino, in cui giocava anche un ruolo all'interno della storia. Penso poi al piano sequenza di Shosanna (Mélanie Laurent) che prepara la sua vendetta in Bastardi senza gloria sulle note di “Cat People (Putting Out Fire)”. Penso alla protagonista di Frances Ha (Greta Gerwig) che corre e balla in strada insieme a “Modern Love”. Penso ai titoli di coda di Dogville di Lars von Trier sulle note di “Young Americans”. Penso alla splendida scena di The Runaways in cui Dakota Fanning in un talent-show (non X Factor) propone “Lady Grinning Soul”. Penso a Jessica Lange che canta “Life on Mars?” nella serie tv American Horror Story: Freak Show. Penso a “Heroes” che in Noi siamo infinito viene suonata come se venisse suonata per la prima volta nella Storia.
E poi i brani di David Bowie rivestono una parte importante in un sacco di altre pellicole anche molto differenti tra loro come I sogni segreti di Walter Mitty, Bandslam, Shrek 2 (con “Changes”), Rush (“Fame”) e il recente Sopravvissuto - The Martian (“Starman"), più gli italiani Radiofreccia (“Rebel Rebel”), Educazione siberiana (“Absolute Beginners”) e Io e te di Bernardo Bertolucci, in cui viene usata “Ragazzo solo, ragazza sola”, la versione italiana di “Space Oddity” con testo curato da Mogol. Per non parlare di “Under Pressure” cantata con i Queen proposta in una miriade di film, da La ragazza della porta accanto a Nemiche amiche passando per 5 giorni fuori, o ancora i suoi brani rivisitati in portoghese nella soundtrack di Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson. E ho citato solo una piccola, minuscola parte delle pellicole che propongono in qualche modo i suoi pezzi.
Non è per fare l'elogio del “morto del giorno”, come è di moda nella stampa generalista, ma davvero nessun altro artista musicale è presente nei film tanto, e in maniera tanto rilevante, quanto David Bowie. Sui film, sulla musica, in generale su tutta la cultura di oggi, o almeno in quella che piace a me, nessuno ha avuto la sua stessa influenza. “Eravamo partiti per cambiare il mondo... e abbiamo cambiato solo noi stessi” si diceva nel film Velvet Goldmine. Non è proprio così. David Bowie con la sua arte il mondo l'ha cambiato. Eccome se l'ha cambiato.
La top 10 di Pensieri Cannibali delle canzoni di David Bowie David Bowie, the man who changed the world
Spazio adesso a una Top 10, una tipica Top 10 di Pensieri Cannibali. Negli ultimi giorni ho riascoltato una parte della sua discografia. Una parte, perché un paio di giornate non sono sufficienti per recuperarla per intero, talmente è vasta. In circa 50 anni sulle scene musicali, David Bowie ha tirato fuori talmente tanti brani memorabili, che un sacco di pezzi stupendi e mitici come “Space Oddity”, “Starman”, “Young Americans”, “Sound and Vision”, “Absolute Beginners”, “D.J.”, “Velvet Goldmine”, “Rebel Rebel”, "All the Young Dudes" e parecchi altri sono dovuti a malincuore restare fuori. D'altra parte questa non pretende di essere la Top 10 delle sue canzoni necessariamente migliori o di quelle più note o importanti per il mondo. Sono solo quelle che hanno avuto più importanza per me.
10. “Little Wonder” Se il mio primo approccio indiretto alla musica di Bowie avverrà come raccontato nella posizione numero 2 di questa classifica, quello diretto capita con questo brano. Avevo 15 anni e “Little Wonder” era il primo singolo da “Earthling”, lavoro molto elettronico e drum'n'bass che aveva fatto storcere il naso a qualche suo fan di vecchia data ma a me, che lo scoprivo allora, gasava parecchio. Non sarà uno dei suoi pezzi più storici, ma di certo è uno di quelli a cui io personalmente sono più legato. E poi “Earthling” è uno degli album più fighi degli anni '90, diciamolo.

9. “Thursday's Child” Così come “Little Wonder”, non uno dei brani del repertorio storico dello Starman, però uno dei primi che mi hanno fatto conoscere e innamorare della sua musica. Una canzone da brividi, che ha pure il (de)merito di aver prestato il titolo alla rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali che co-conduco su WhiteRussian, il sito del mio blogger rivale Mr. James Ford.

8. “Ziggy Stardust” Uno degli attacchi più belli nella storia del rock. E non solo l'attacco, ma pure il resto della canzone e il resto dell'album “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars” sono una bomba. Ooooh, yeah.

7. “Modern Love” La definizione stessa di pezzo irresistibile. Ogni volta che viene suonata, c'è da mettersi a correre & ballare come fa Frances Ha.

6. “Life on Mars?” Ci può essere vita su Marte? Matt Damon ha dimostrato che sì, è un pianeta vivibile. Più o meno.
E poi, da dove credete provenisse David Bowie?

5. “Lady Grinning Soul” “Aladdin Sane” è il mio album di Bowie preferito. Non so, c'è qualcosa in questo disco, dalla copertina a ogni singola nota presente al suo interno, che gli fa occupare un posto speciale nel mio cuoricino, ancor più dei suoi altri lavori. Non poteva quindi mancare un suo pezzo e tra i tanti splendidi vado con quello da pelle d'oca piazzato in chiusura, “Lady Grinning Soul”.

4. “Ashes to Ashes” Non saprei nemmeno da che parte iniziare, per descrivere la grandezza di questa canzone. Suona stramba, eppure allo stesso tempo è clamorosamente accessibile e pop. Al suo interno David Bowie cita la sua vecchia “Space Oddity”, eppure suona del tutto nuova. Io non credo ai miracoli, ma questo brano mi fa pensare che invece possano esistere.

3. “Heroes” C'è chi può essere eroe just for one day, e chi forever and ever. Indovinate un po' David Bowie per quanto tempo lo resterà?

2. “The Man Who Sold the World” Il mio primo approccio con il mondo di David Bowie da teenager è stato non direttamente con lui, bensì con Kurt Cobain, che propose il suo pezzo del 1970 “The Man Who Sold the World” dal vivo nell'Mtv Unplugged dei Nirvana. È stato da lì che poi è partito il mio viaggo alla scoperta della musica del Duca Bianco.

1. “Changes” Ognuno nel suo cuore porta una canzone in particolare di David Bowie. Non per forza solo una e non per forza sempre la stessa per tutta la vita. La mia, almeno al momento, è “Changes”. Forse il pezzo che meglio descrive lui e la sua arte, in costante mutamento. Domani però magari la mia preferenza cambierà, anche perché il Duca Bianco ci ha lasciato così tanta grande musica, così tanti grandi brani, che c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Viva i changes, viva chi non si accontenta della stessa minestra riscaldata, viva chi ha il coraggio di fare cose sempre nuove e differenti e insomma viva il simbolo di tutto questo: David Bowie.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :