Magazine Cinema
Buon sabato a tutti! Oggi faccio più di uno strappo alla regola visto che di solito non pubblico di sabato. Innanzitutto perché il 15 marzo del 1943 nasceva David Paul Cronenberg, uno dei miei registi preferiti nonché oggetto del Day del mese organizzato dagli amici blogger. Come vedete, non recensirò un film. Per mancanza di tempo avrei dovuto parlare di Videodrome (il mio film preferito e quello su cui sarebbe ovviamente ricaduta la mia scelta) in modo sbrigativo ed irrispettoso, quindi all'urlo di "GIAMMAAAI!!" ho preferito raccontare il modo in cui ho vissuto le pellicole del regista (quelle che ho potuto vedere, ovviamente) nel corso della mia esistenza. Dandovi appuntamento a stasera per un altro post extraordinary del Bollalmanacco auguro tremila di questi anni ancora a Cronenberg e a voi dico solo... ENJOY!
La mosca (1986)
Tutto cominciò quando un mio vicino di casa decise di prestarmi delle videocassette per provare il mio nuovo videoregistratore, acquistato ai tempi della quinta elementare/prima media. "Uh guarda, poi c'è questo. Non l'ho visto, ma è di fantascienza". E io, scema, a guardarlo. Il mio primo, tenero approccio con Cronenberg e il suo body horror, roba da non dormire la notte per l'orrore e il raccapriccio di vedere il bellissimo Jeff Goldblum liquefarsi progressivamente in un mostro abominevole. Inutile dire che mi innamorai follemente del film, nonostante la paura atroce.
La zona morta (1983)
Passano pochi anni e, dopo aver letto per un'intera estate i Dylan Dog di mio cugino grande, decido di fare il grande passo durante una vacanza in Val D'Aosta: acquistare il mio primo dailandog (così come pronunciato di fronte ad un attonito edicolante). Il numero in questione era Ti ho visto morire, che ovviamente altro non era che un omaggio a La zona morta del mio (già allora) amatissimo Stephen King. Da lì a procurarmi il film in videoteca il passo fu breve e passare la serata angosciandomi davanti ad un Christopher Walken perfetto fu bellissimo. Cronenberg continuava ad insinuarsi nella mia giovane vita.
Videodrome (1983)
Passano gli anni, si arriva al liceo, tempo di Arance Meccaniche e altri deliri proibiti. Comincia la mia passione per il cinema, si consolida quella per l'horror e una sera, su Italia Uno, registro Videodrome, innamorandomene perdutamente. IL capolavoro di Cronenberg, almeno per me. L'apologia della nuova carne si compie in questo delirio di mutazioni, ossessioni e inganni. Da quel momento decido che Cronenberg sarebbe stato il mio regista preferito in assoluto.
Il demone sotto la pelle (1975) e Rabid - Sete di sangue (1977)
Visti una volta a Fuori Orario e mai più dimenticati. La visione è stata ovviamente costellata da pause ed interruzioni che, se i miei mi avessero beccata a guardare 'sta roba, probabilmente avrebbero pensato che la figlia impazzita e in preda crisi ormonale si fosse data alla pornografia. Lì decido che Cronenberg è un genio. Perverso e malato, in grado di far sentire sporchi e a disagio come nessuno ma, diamine, un Genio con la G maiuscola.
Inseparabili (1988)
La mia vergogna più grande. La G maiuscola si era tramutata in una g minuscola. Non sono mai riuscita a finire di vederlo, complice anche una registrazione pessima: il mio fedele videoregistratore aveva già cominciato a tirare il gambino. O forse il motivo sta nel fatto che Jeremy Irons non l'ho mai sopportato più di tanto. Comunque, prima o poi lo riguarderò, forse ero troppo giovane.
Il pasto nudo (1991)
La seconda vergogna. Prima visione funestata dalla solita registrazione maffa che mi portava a mettere il volume a livelli imbarazzanti solo per ottenere dei bisbigli appena percettibili. Ovviamente, non ci ho capito una mazza. Seconda visione: sento tutto ma non ri-capisco una mazza. Acquisto il libro, maledico Burroughs perché, ribadisco, non capisco una mazza. Terza visione: piango. Non lo capisco, è inutile. Quarto step: acquisto il DVD, in lingua originale, per poi scoprire che è senza sottotitoli. Eh ma che sfiga!!!
eXistenZ (1999)
Cronenberg dal Canada ode i miei pianti disperati e mi regala la versione 2.0 di Videodrome, un po' meno bello e affascinante ma comunque comprensibile ed intrigante, con degli attori bravissimi e delle idee sconvolgenti. In casa Bolla partono i cori da stadio, le miccette e le lacrime di commozione.
Spider (2002) e A History of Violence (2005)
Visti purtroppo in quel periodo della mia vita in cui ogni film che ho visto al cinema (o quasi) è stato inghiottito da un buco nero che ha obnubilato i ricordi. Sarà perché tra università, viaggi negli USA e lavoretti part-time la mia mente era occupata da MILLE altre cose? Non saprei. Di Spider ricordo solo la nenia che accompagnava il trailer e di avere acquistato il libro, quindi probabilmente mi era piaciuto molto. Di A History of Violence ricordo un finale scioccante e l'altrettanto scioccante consapevolezza che Viggo Mortensen, quando non è vestito da Aragorn, è MOLTO meno figo. Scusami, David. A quell'epoca eri stato surclassato da Quentin, Martin, Burton e Carpenter.
A Dangerous Method (2011)
La visione qualche anno fa non mi aveva entusiasmata: freddo, trattenuto e lento, nonostante sia diretto in maniera eccelsa, come ovviamente mi aspetto da Cronenberg. Al momento è l'ultimo film del regista che ho visto, non mi sono sentita di dare una chance a Cosmopolis e alla faccia inespressiva di Pattinson. Il Genio non è morto ma ripenso sempre con nostalgia a quelle opere che tanto mi avevano scioccata, portandomi ad amarlo.
Per finire, mi va di ricordare Cronenberg anche come attore. Nella fattispecie in Cabal. Nella fattispecie, inquietante e matto come un cavallo. Auguri, mio teSSoro. E, come sempre, lunga vita alla nuova carne.
Di seguito, troverete i link ai post-omaggio dei miei adorati compari di avventure e recensioni:
Scrivenny
In Central Perk
Pensieri cannibali
Ho voglia di cinema
Non c'è paragone
Recensioni ribelli
Director's Cult
Combinazione Casuale
White Russian
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