Giuseppe Tornatore, trionfatore ai David 2013 con 'La migliore offerta'
Qualche volta gli assenti NON hanno torto. L'edizione 2013 dei David di Donatello sarà ricordata soprattutto per i premi mancati e per la miopia tutta italiana nel NON prediligere opere importanti e difficili, che guardacaso mietono riconoscimenti importanti oltreconfine ma vengono quasi sempre ignorate in patria, indice evidente di un pressappochismo culturale che, purtroppo, nel cinema come altrove, si è ormai diffuso capillarmente.Margherita Buy (premiata da Verdone) miglior attrice protagonista
Intendiamoci, non vogliamo dire che La Migliore Offerta, vincitore della serata con ben sei statuette, sia un brutto film. Ma è evidente a tutti che non solo NON è il più bel film italiano dell'anno, ma NON è nemmeno il più bel film di Giuseppe Tornatore (del quale continuiamo a preferire i titoli più 'piccoli' e meno compiaciuti degli esordi). Ma è oggettivamente impossibile prendere sul serio una manifestazione che, in uno degli anni più soddisfacenti in termini qualitativi del cinema italiano, si dimentica di premiare le sue opere migliori: a cominciare da quel Reality che nel 2012 conquistò la platea del Festival di Cannes arrivando a un soffio dalla Palma d'Oro. Così come non ci capacitiamo la presa in giro a Diaz di Daniele Vicari, film durissimo e oltremodo scomodo, premiato a Berlino e osteggiato in patria dalla politica, che i giurati del David hanno sommerso di candidature per poi umiliarlo con il classico 'pugno di mosche'.Valerio Mastandrea, doppietta protagonista-non protagonista
E che dire, ancora, di un altro film bello e scomodo come Bella Addormentata (per noi assolutamente il film dell'anno) opera straordinariamente sospesa tra dramma e poesia, dolcezza e tragedia, capace di toccare con delicatezza e onestà morale un argomento che è spinoso solo in un paese bigotto e benpensante come il nostro... la statuetta per la miglior attrice non protagonista a Maya Sansa è solo il contentino per il film di Marco Bellocchio, che avrebbe meritato ben altri onori. E ci dispiace non veder nemmeno preso in considerazione un titolo fresco e vivace di un signore di 72 anni che gira in sedia a rotelle e muove la mdp con la leggiadrìa di un ragazzino: il buon Bernardo Bertolucci ci ha sorpreso con Io e te, del quale meritavano almeno la nomination i due bravissimi interpreti esordienti (Tea Falco e Jacopo Olmo Antinori).Ennio Morricone, premiato ancora una volta per le musiche
E invece... invece la 58.edizione dei David di Donatello è stata il Trionfo dell'Ovvio: vince, appunto, Tornatore, con un film molto meno autoriale di quanto si creda, furbo, ruffiano, vincente al botteghino e capace di infinocchiare il pubblico dandogli l'impressione di aver assistito a un capolavoro, complice le scenografie accattivanti, la gran classe di un autentico animale da palcoscenico come Geoffrey Rush, l'indubbia abilità del regista nel tenere sempre alta la tensione. Discreto film, però (opinione personalissima) insisto nel sostenere che un giallo/thriller che dopo un quarto d'ora già si capisce come va a finire non possa considerarsi un film pienamente riuscito. De gustibus.'La migliore offerta' miglior film italiano dell'anno
La sagra dell'ovvietà prosegue poi con il premio alla migliore attrice protagonista nientepopodimeno che a Margherita Buy: una che ormai colleziona i David come fossero fermacarte... per onestà vi diciamo che non abbiamo ancora visto il suo Viaggio Sola, ma certo non può considerarsi questa dei giurati una scelta 'coraggiosa' e innovativa (sic!). Così come fa sinceramente un po' ridere addirittura la doppia vittoria di Valerio Mastandrea tra gli attori, premiato sia come protagonista che come non protagonista: niente di personale contro il simpatico ragazzaccio romano, ma crediamo che i vari Toni Servillo, Aniello Arena, Luigi Lo Cascio, Sergio Castellitto, Roberto Herlitzka stiano ancora strabuzzando gli occhi: nemmeno Mastroianni e Gassman arrivarono a tanto...Detto infine di un altro premio altrettanto 'coraggioso' quale quello a Ennio Morricone per le musiche (scusate il sarcasmo) non resta che compiacersi (seriamente, stavolta) almeno per le vittorie di Leonardo di Costanzo tra i registi esordienti (per il bel film L'intervallo) e Roberto Andò e Angelo Pasquini per la sceneggiatura dell'irriverente Viva la libertà: unici lampi di freschezza di una serata al cloroformio.
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