Non ricordo perché ma sto viaggiando in una macchina guidata da un uomo più vecchio di me. È notte fonda e i fari della macchina illuminano un paesaggio di aperta campagna, spettrale. (…) Arriviamo in qualche posto, entriamo in una specie di grotta che però è anche una grande casa labirintica, in parte scavata nella roccia. Ci sono poche luci e tutti i toni sono sul verde e sul rosso. Penso: «E’ sicuramente un film di David Lynch». Arrivano numerose persone, qualcuno le ha chiamate, ma anche loro non sanno perché sono lì. Si muovono con indecisione nella casa. Cerco di mandarle in una grande stanza rettangolare, che sembra scavata nella roccia. Dico loro: «Prego accomodatevi, tra poco cominceremo la proiezione di alcuni video…». La gente però esita e anche i pochi che entrano nella stanza escono subito dopo. Chiedo a uno: «Perché non rimanete dentro?» «Loro ci hanno detto di no» mi risponde. Cerco di sapere chi sono «Loro», ma l’uomo rimane ambiguo a riguardo. Entro nella grande stanza che è vuota, la parete di fondo chiusa da una fila di finestre con le veneziane abbassate. C’è una luce giallastra, fioca e oppressiva. Esco di nuovo dalla stanza e chiedo irritato: «Ma ‘Loro’ chi? Non c’è nessuno là dentro…». Mi rispondono impassibili: «Noi li vediamo. Tu non li vedi?» Rientro nella stanza e guardo tutto molto attentamente. Attraverso le finestre chiuse dalle veneziane mi sembra di vedere dei volti che si muovono rapidissimi, fuori, sento anche dei sussurri. Ma non sono sicuro che siano persone. Potrebbero essere gli alberi che si muovono col vento. Comincio ad aver paura. (Mi sveglio di colpo).