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Con l'annuncio delle candidature entra nel vivo la corsa per i David di Donatello, ribattezzati in pompa magna 'gli Oscar italiani', anche se in verità hanno ben poco da spartire con il dorato mondo hollywoodiano: le cerimonie sgangherate, raffazzonate e cialtrone degli ultimi anni, infatti, non hanno certo contribuito a promuovere il nostro cinema (perfino la Rai, proprio per manifesta sciatteria, ha soppresso la diretta della premiazione 'relegandola' sul digitale terrestre). Ma aldilà di questo, quello che a noi interessa sono i film in gara, e allora vediamo di parlare un po' di queste candidature che, mai come quest'anno, sembrano avere un vincitore già scritto.
Il vincitore, annunciato, è ovviamente Mario Martone e il suo magnifico film Noi Credevamo. Nell'anno dei 'festeggiamenti' per i 150 anni dell'Unità d'Italia sarebbe davvero clamoroso se la grandiosa epopea sul Risorgimento firmata dal regista napoletano non dovesse trionfare: innanzitutto perchè è un capolavoro assoluto (come questo blog ha sempre sostenuto, fin dalla proiezione 'veneziana'), un po' perchè è 'opportuno' che vinca (per le celebrazioni di cui sopra), un po' perchè... diciamo la verità, non c'è proprio gara: mi rifiuto di credere che una commediola provincialotta e nazional-popolare (seppur divertentissima, non lo nego) come Benvenuti al Sud possa venire premiata come miglior film italiano dell'anno... c'è un limite a tutto!
Il discorso che bisogna fare semmai è un altro: com'è possibile che un film come Noi Credevamo, meritevole di ben 13 candidature, accolto entusiasticamente dalla critica 'seria' e non militante, unico vero kolossal italiano di inizio millennio, abbia avuto un riscontro al botteghino così modesto? I numeri apparentemente sono impietosi: nemmeno 2 milioni di euro incassati a fronte dei 30 di Benvenuti al Sud! E qui dobbiamo fare un discorso politico, che a molti magari non piacerà ma che è l'unica spiegazione possibile. Semplicemente, il film di Martone è una dura presa di posizione contro il retorico trionfalismo di questi giorni, e getta uno sguardo spietato, ipercritico e fortemente polemico sulla nostra nazione: basta vedere il finale, con lo sguardo sconsolato e attonito di Luigi LoCascio sul Parlamento vuoto per capire il pensiero del regista. L'Italia è stata fatta, ma non ancora gli italiani. Siamo rimasti un popolo diviso, egoista, classista, mercenario, oggi come 150 anni fa. Questo è il 'rischio' che si corre, da parte di certi governi, a 'commissionare' certi film a registi capaci e 'non allineati' come Martone, che magari ti regalano perle di grande valore ma non utilizzabili come strumento propagandistico...
Ed ecco che allora si scopre che i pessimi incassi del film sono tutti da attribuirsi alla scarsa distribuzione, e non certo al gradimento del pubblico: la media incassi/schermi di Noi Credevamo è, infatti, superiore al 90% delle pellicole fin qui proiettate in tutto il 2011. A riprova che il film è stato 'scientificamente' boicottato, e perfino disconosciuto dagli stessi produttori: la 01 Distribution (vale a dire mamma Rai) lo ha distribuito in tutto in una trentina di sale (quasi tutte piene), senza uno straccio di pubblicità e tagliato di mezz'ora. Perfino nell'edizione in dvd il film è stato massacrato: uno scarno cofanetto contenente la versione 'tagliata' passata al cinema, senza extra e senza sottotitoli. Cose tipicamente italiane.
Diamo ora uno sguardo veloce alle nominations: dando per scontata la vittoria di Martone per film, regia e produzione, i pronostici sono per Elio Germano (La nostra vita) come miglior attore, pur con la forte concorrenza di Kim Rossi Stuart (Vallanzasca), e Alba Rohrwacher (La solitudine dei numeri primi) tra le attrici. Stupisce la clamorosa assenza di Toni Servillo, pur con ben tre film interpretati (Una vita tranquilla, Gorbaciof e lo stesso Noi Credevamo). Forse per manifesta superiorità? Tra i non protagonisti, lotta tra Battiston, Bova e Siani tra gli uomini, mentre la bellissima Valentina Lodovini dovrà guardarsi bene dalla 94enne Valeria DeFranciscis Bendoni, 'star' di Gianni e le donne. Ottimi, comunque, i risultati di Una vita tranquilla, 20 sigarette, il divertentissimo e surreale Basilicata coast to coast, nonchè lo stupendo (e invisibile, ahimè) Le quattro volte di Michelangelo Frammartino.
Appuntamento al 6 maggio.
QUI tutte le candidature.
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