David O. Russell – American Hustle: I personaggi prima della storia

Creato il 25 dicembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

25 dicembre 2013 • Speciale Cinema - Eventi, Vetrina Cinema

“Sono molto felice di essere qui a Roma”. Esordisce così David O. Russell alla conferenza stampa di presentazione di American Hustle, sua settima fatica dietro la macchina da presa, appena candidata a ben sette Golden Globe ed in procinto di essere protagonista, secondo i pronostici, anche ai prossimi premi Oscar. Il film, che segue la scia del successo dei suoi due precedenti lavori, i pluripremiati The Fighter e Il lato positivo – Silver Linings Playbook, rilegge in chiave di commedia la nota Operazione Abscam, che vide negli anni ’70 l’arresto di diversi membri del Congresso americano per corruzione. E la rilegge in pieno “stile Russell” con personaggi al limite dell’assurdo (ma quanto mai veri) e tanta musica a fare da sfondo sonoro.

Negli ultimi suoi film la musica rappresenta un elemento fondamentale. Che ruolo occupa la musica nel suo lavoro creativo? 

La musica è diventata sempre più importante nei miei film ed è stato un aumento progressivo. In American Hustle c’è più musica e ballo che in qualunque altro mio film precedente, e credo che anche il linguaggio dei personaggi, il loro incanto, il loro amore sia pura musica. Spesso io inserisco la musica già nello script, alcune canzoni già sono presenti, come ad esempio in questo caso il brano di Duke Ellington. Potrei parlare all’infinito di musica. Le canzoni che amo di più sono quelle trascurate, dimenticate, e adoro usarle in maniera imprevista, così come faccio con gli attori.

Dopo questo film si ha ormai la certezza che il suo sia un cinema basato essenzialmente sui personaggi…

Non mi interessano personaggi solo cinici e avidi, non farei mai un film con personaggi così. Quello che mi interessa di questi personaggi è perché vivono. In questi miei ultimi tre film, che secondo me compongono una trilogia, ho sempre descritto personaggi che fanno i conti con chi sono, con il loro continuo divenire. Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa è la loro passione per la vita. Io voglio raccontare personaggi che vadano oltre le categorie. Non dico mai che ho fatto un film sulla boxe, una commedia. Io faccio film su personaggi che vanno oltre questo.

David O. Russell sul set di American Hustle

Da The Fighter a American Hustle, ha dimostrato di stare in uno stato di grazia. Cosa è successo? A cosa è dovuto questo periodo artistico straordinario?

Sono diventato un regista diverso. Dopo Three Kings e I Heart Huckabees avevo perso la mia strada, non sapevo più che film fare. Io ho un figlio che soffre di disturbo bipolare e ho passato molto tempo ad aiutarlo; poi ho divorziato, sono finito al verde. Sono arrivato a questo punto perché la vita mi ha messo in ginocchio. Partendo da quello che mi è successo sono venuti fuori i film di questa trilogia ideale. Avevo iniziato diversi lavori in questi anni, ma non li portavo mai a compimento. Ho riflettuto molto e poi ho capito finalmente da dove cominciare le mie storie, e cioè dalle emozioni. Per questo ho iniziato a descrivere personaggi che vivono di istinto, di sentimenti, ed io questi personaggi credo di conoscerli. La storia per me è importante ma i personaggi lo sono di più.

In American Hustle così come in altri suoi film, compaiono spesso personaggi italoamericani, come mai?

I miei nonni da parte di mamma erano calabresi. Mio padre, che faceva l’agente commercio, era russo e ebreo, mentre mia madre, che faceva la segretaria, era italiana e cattolica. Ho passato gran parte della mia vita ad osservare i miei parenti, ecco perché mi sembra di conoscere i personaggi dei miei film.

Quali fatti raccontati nel film sono veri e quali sono inventati?

Io racconto fatti e cose che servono al tema del film e i temi che mi interessano sono il reinventarsi, l’umanità, la sopravvivenza. In American Hustle, i fatti veri sono più assurdi di quelli inventati. La cosa più vera del film è che queste persone erano innamorate e avevano un gran cuore. Ma non mi va di dire con precisione ciò che è successo davvero e ciò che è frutto della mia creazione, sarebbe come un mago che vi svela il trucco della sua magia.

E’ vero che ama molto il cinema di Lina Wertmuller?

Si, è vero, la adoro, ma lo stesso vale anche per altri autori italiani, come Fellini, De sica, Bertolucci.

Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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