Una risata lo seppellirà
Una retrospettiva ampia e completa, con tantissimi lavori nuovi e nuovissimi. È quella che la londinese Hayward Gallery - spazio pubblico, è bene sottolinearlo - dedica fino al 13 maggio a un mid career come David Shrigley. Fra citazioni più o meno scoperte di Cattelan e Creed, passando per Fischli & Weiss.
David Shrigley - I'm dead - 2010 - photo Linda Nylind
Davanti a una delle 175 opere che popolano Brain Activity, la grande retrospettiva che The Hayward ha dedicato a David Shrigley (Macclesfield, 1968; vive a Glasgow), la prima reazione è una risata. Una risatina corta, gutturale, leggermente scandalizzata. Perché di certo, dice la coscienza comune, non è possibile ridere di cose così. Della morte, ad esempio. Perché tanta parte dell’opera di Shrigley non è altro che un giocare con la sua esistenza.
Quello di Shrigley è uno strano universo popolato da scoiattoli senza testa e struzzi decapitati; in cui cagnetti imbalsamati annunciano al mondo che sono – di fatto – morti (ne esiste anche una versione alternativa, con un gatto) e dove gli epitaffi sulle lapidi di granito sono sostituiti da liste della spesa. Un mondo da cui Gesù si è momentaneamente assentato, anche se pare intenda farvi ritorno, come il biglietto sulla campanella lascia sperare. La morte è irreversibile, sembra dire Shrigley; e allora, invece di deprimerci, tanto vale affrontarla con ironia e umorismo. Ovviamente un umorismo nero.
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