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Dawit e mama Myriam e gli amici della foresta /Il piacere di raccontare

Creato il 06 gennaio 2016 da Marianna06

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Dawit, un simpatico marmocchio dai capelli riccioluti, gli occhi neri come il carbone e un  accattivante sorriso, viveva in un villaggio rurale del nord dell’Etiopia da solo con la sua mamma.

Il papà era lontano, perché lavorava come carpentiere nella città vicina per raggranellare un po’ di soldi e dare, più avanti nel tempo, alla sua famiglia un avvenire maggiormente sicuro, come ripeteva spesso nelle lettere che inviava.

Dawit come la sua mamma ne avevano tanta nostalgia, specie quando si fermavano a pensare a lui nei giorni di festa, ma si facevano coraggio reciprocamente, immaginando che un giorno sarebbero stati nuovamente tutti e tre insieme e felici.

E, magari, con un po’ più di benessere la famiglia sarebbe pure cresciuta con altri fratellini e altre sorelline.

Qualche tempo prima, frequentando la scuola del villaggio, perché Dawit era già in età scolare, il bambino aveva appreso dal maestro della festa dell’Epifania, della sua importanza nel mondo e di come venisse festeggiata diversamente in più realtà del pianeta.

Pianeta e mondo che Dawit , per quanto si sforzasse, riusciva a immaginare con difficoltà.

Per bambini come lui, al villaggio, invece non si festeggiava mai nessuna Epifania.

Non c’erano né doni speciali ,né dolciumi.

Era un giorno come un altro quello della Befana in cui,volendo, si poteva forse giocare più a lungo all’aperto con i coetanei e senza i rimproveri dei grandi.

Solo nel giorno di Natale, arrivava dalla città il missionario e celebrava messa.

E, allora,il sacerdote raccontava a grandi e a piccini della nascita di Gesù e accennava ai Magi che, qualche giorno più tardi, sarebbero andati a portare anch’essi i loro doni al piccolo nato in segno di umiltà e di rispetto.

E poi, al termine, sempre lo stesso missionario, prima di salutare e di andare nuovamente via, distribuiva un po’ di caramelle ai più piccoli.

La festa, in dicembre, era questa.

Ma stavolta gli animali della foresta e cioè l’elefantino, la scimmia, la capra, il coniglio, la lepre e la tartaruga, con cui Dawit spesso trascorreva nel gioco parecchie ore del giorno, quando non doveva fare i compiti o aiutare la mamma, ebbero un’ idea bellissima.

Pensarono di fare un regalo speciale al loro amico e un po’ a tutti gli altri bambini del villaggio.

Infatti, non si sa come, essi riuscirono a procurarsi un casco di ghiottissime banane verdi, che introdussero nell’abitazione di Dawit e della sua mamma la notte dell’Epifania, quando fuori era buio pesto.

Alle prime luci dell’alba : la grande sorpresa.

Mamma e figlio non credevano ai loro occhi. Anche perché le banane erano proprio quelle piccole e gustose, che potevano essere cucinate con una ricca glassa di miele.

Miele che mama Myriam non si faceva mai mancare quando andava a fare compere al mercato,barattando i prodotti del suo orto con ciò che le occorreva.

Così, quel giorno dell’Epifania,  anche Dawit avrebbe avuto un pranzo speciale grazie alla sua mamma, molto abile ai fornelli, e ai suoi amici della foresta generosi e, soprattutto, premurosi.

All’ora del pranzo Dawit pensò bene di invitare a mangiare, con lui e con la sua mamma, anche tutti i compagni di gioco del circondario e fu una vera grande festa proprio come aveva appreso dai racconti del suo maestro, a scuola, quando l’uomo raccontava di Paesi lontani e di bambini felici, che potevano permettersi, in giornate, come il Natale o l’Epifania, di fare festa.

Forse quella di Dawit  era semmai una festa anche un po’ più speciale e ben riuscita, perché tutto era semplice e amorevole. 

                             Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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