Le nuove immagini inviate a terra dalla sonda della NASA Dawn continuano a svelare la superficie del pianeta nano Cerere, mostrando un mondo ricoperto di crateri. Ma, nonostante l'incredibile dettaglio offerto da questa seconda campagna di mappatura, l'orbita " Survey", gli scienziati ancora non riescono a spiegare quelle macchie bianche che già tanto hanno fatto discutere. La loro posizione ed il loro livelli di luminosità rimangono ancora un mistero.
"I punti luminosi in questa configurazione rendono Cerere unico nel suo genere da tutto quello che abbiamo visto finora nel Sistema Solare. Il team scientifico è al lavoro per identificarne la fonte. Le riflessioni dovute al ghiaccio sono per me il candidato principale ma la squadra continua a considerare possibilità alternative, come i sali", ha detto ha detto Chris Russell, ricercatore principale della missione Dawn presso l'Università di California , Los Angeles. Un'idea di cui è convinto il Dr. Tom McCord del Bear Fight Institute con sede a Winthrop, Washington, co-ricercatore per la missione Dawn, il quale basandosi sul fatto che Cerere è un corpo differenziato, con un nucleo roccioso, un mantello di ghiaccio d'acqua e una crosta impolverata, ritiene che depositi di sale possano accumularsi intorno a camini vulcanici attraverso i quali l'acqua può risalire.
Cerere, crateri dell'emisfero nord con piccoli punti di materiale chiaro.
L'immagine è stata ripresa il 6 giugno, da una distanza di 4.400 chilometri. La risoluzione è di 410 metri per pixel.
Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA
Le macchie strane sono diverse, sparse un po' ovunque sulla superficie del pianeta nano, apparentemente senza una logica. Ma quella ormai famosa, chiamata "", è formata da un insieme di singoli punti brillanti dalla forma irregolare, posizionati all'interno di un cratere di 90 chilometri di diametro.
Nelle nuove immagini si nota piuttosto bene l' arco di materiale scuro intorno al cratere (ne avevo accennato qui) che, tuttavia, potrebbe essere estraneo alla natura delle macchie stesse. Mi riprometto, comunque, di lavorare su queste immagini nel week-end.
La storia del ghiaccio, inoltre, è piuttosto curiosa perché allora viene da chiedersi: quando si è verificato l'impatto che lo ha esposto? In ogni caso, il ghiaccio sulla superficie di un corpo come Cerere, soggetto alle intemperie dello spazio, non può durare a lungo e rimanere così "pulito" e "brillante". Quindi, forse, se è veramente ghiaccio, ci deve essere qualche altro meccanismo che lo alimenta.
Ma gli spot luminosi non sono l'unico mistero: molte altre caratteristiche di Cerere intrigano gli scienziati e sembrano essere in contrasto con altri oggetti simili, come il protopianeta Vesta che Dawn ha visitato per 14 mesi nel 2011 e 2012 (ad aprile avevo scritto un approfondimento sulle scoperte della missione Dawn).
"I crateri sono abbondanti su entrambi i corpi ma Cerere sembra aver vissuto una maggiore attività sulla sua superficie con un evidenza di flussi, frane e strutture crollate", ha spiegato il team.
Grande cratere nell'emisfero meridionale di Cerere, ripreso dalla sonda della NASA Dawn il 6 giugno, da una distanza di 4.400 chilometri.
La risoluzione è di 410 metri per pixel.
Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA
Tra le nuove immagini sono arrivate anche quelle riprese dallo spettrometro italiano visibile e infrarosso VIR che potrebbe far luce sul mistero delle macchie bianche.
Le foto rilasciate mostrano una zona ricca di crateri dell'emisfero settentrionale di Cerere, ripresa il 16 maggio 2015.
Sul sito dell'INAF, Maria Cristina De Sanctis, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell'INAF di Roma, commenta:
"L'aumentata risoluzione ci permette di vedere dettagli della superficie che prima erano molto sfuggenti. Le osservazioni dall'orbita Survey, in cui siamo entrati questi giorni, prevedono risoluzioni ancora più elevate e ci forniranno le prime risposte a molti dei quesiti sorti dall'analisi dei primi dati a bassa risoluzione. Le prossime immagini, quindi, saranno ancora più interessanti e ci aspettiamo nuove scoperte a breve"
La composizione mostra, dall'alto verso il basso, due immagini nel visibile ed una nell'infrarosso riprese da una distanza di 7.300 chilometri.
Le aree chiare sono le più fredde, quelle scure le più calde.
Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/ASI/INAF
Arrivata nell'attuale orbita il 3 giugno, Dawn continuerà ad osservare il pianeta nano da una distanza di 4.400 chilometri fino al 28 giugno. Queste prime mappature consentono di conoscere meglio la topografia e la geologia di Cerere e di costruire i primi modelli del terreno. Il team di missione ha recentemente realizzato un suggestivo video che mostra un sorvolo sulla sua superficie del pianeta nano.
Terminata questa fase, Dawn si sposterà in un'orbita ( HAMO) ancora più vicina, raggiungendo i 1.450 chilometri dalla superficie: stay tuned con Alive Universe Images ed il post dedicato di Marco Di Lorenzo!