DAWSON'S CREEK - Cap. 1: Dawson Leery

Creato il 11 giugno 2010 da Missvavette
Con unanimità, i voti sono stati dati al telefilm che ha fatto andare in brodo di giuggiole miliardi di ragazzine: Dawson’s Creek.
Consapevole che qui si parla solo di moda, e anche con una certa arroganza, non mi sarebbe concesso il dilungarmi in considerazioni che vanno al di là dei temi di mia competenza, primi fra tutti le simpatie/antipatie suscitate dai protagonisti della serie. Tuttavia, lungi da me creare un blog così bacchettone: le critiche ci saranno eccome, e non solo in campo stilistico.
Il telefilm da voi scelto – un pubblico vastissimo, 4 voti compreso il mio – è troppo complesso da liquidare in un solo post. Cercando di seguire con più coerenza possibile i miei stessi dettami, ho deciso di scrivere pezzi non omerici dedicati ai 4 protagonisti principali, con un ultimo special post sui personaggi minori o su alcune curiosità, tipo: Capeside, la cittadina delle "cofane" (vedi nonna-di-Jen e mamma-di-Dawson).
Partiamo con il leader della serie, colui che ha dato il nome al telefilm, il biondo quindicenne dal capello fluente: Dawson Leery. Per quanto mi riguarda, Dawson in piena pubertà era tutto tranne che il mio principe azzurro: noioso, sbarbato, viziato, paranoico, montato e sfigato allo stesso tempo, il primogenito dei Leery può essere capito al meglio solo guardando la foto qui sotto. Senza dubbio un'espressione molto significativa.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il bello è che Dawson resta così praticamente per tutte le innumerevoli stagioni del telefilm. Certo, come tutti gli altri personaggi anche lui è soggetto a crescita e maturazione - in effetti, Dawson's Creek è il telefilm di formazione per eccellenza - ma di fondo il suo spirito autocommiserativo rimane, ed è la cosa in assoluto più fastidiosa. A parimerito con Joey Potter quando fa la stronza.
Dicevamo: noioso lo era perché ripetitivo (Joey, Joey, Joey...ma non è lui che la molla?), sbarbato per la mancanza di peluria, viziato perché se le attenzioni non erano concentrate su di lui dava di matto (vedi le crisi coniugali dei genitori e lui che puntualmente vi si intromette), paranoico quando attraversa la fase "io non sono un regista eletto" (ma va?! a 15 anni cosa pretendeva?), sfigato...bè basta guardarlo, e infine montato perché si alterava pure parecchio se qualcuno gli faceva notare che il suo meraviglioso film era stato un disastro completo. Poi cresce, sì...ma intanto...Diamo ora un'occhiata allo stile. Dawson è il tipico ragazzo americano che si veste con le tipiche camice aperte a quadri con t-shirt neutre, come dimostra la foto qui sotto:
Direi che è molto meglio un Dawson con camicia blu a quadri piuttosto che un tamarro italiano con felpa Baci&Abbracci. E sicuramente è meglio una camicia aperta con sotto la "maglietta della salute" piuttosto che una camicia bianca superattillata indossata da un lampadato con sopracciglia rifatte e tenuta aperta sul petto per mostrare la virilità (se così la si vuol considerare) e tutta la peluria del caso, rasata o folta che sia. Perciò, a mio avviso, Dawson azzecca per lo meno il suo modo di vestire: un mix sobrio e trendy adatto per gli anni in cui è stato girato e che può funzionare anche in tempi futuri. E così, per le adolescenti sue coetanee o per le ragazze più mature in cerca di avventure con bambinotti, Dawson è stato il simbolo di una génération perdue nell'esasperata ricerca della propria identità. Esasperata sì, perché finisce esattamente con l'ultima puntata dell'ultima serie.

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