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Ansie, nevrosi, complessi e crisi di panico nel primo bacio di Dawson's Creek

Creato il 03 giugno 2014 da Stupefatti
Ansie, nevrosi, complessi e crisi di panico nel primo bacio di Dawson's Creek
Ma ci pensate? Ci pensate che qualsiasi cittadino occidentale, al momento del suo primo bacio, ha già in testa esattamente cos'è "il primo bacio" perchè ha già visto e rivisto - vissuto! rivissuto! - il primo bacio migliaia e migliaia di volte al cinema o in tv? Ci pensate cosa significa questo fare-le-cose sapendo-già-cosa-sono-le-cose e quindi questo dover-fare-le-cose-in-un-modo-invece-che-un-altro-perchè-già-sappiamo-come-sono? Ci pensate a questa repressione della naturalità? A questo artificio? A questi sentieri forzatamente solcati? (Lo scriveva da qualche parte David Foster Wallace). Tipo la scena del primo bacio del protagonista nel serial tv Dawson's Creek (1) in cui il sedicenne Dawson - ingenuo, egocentrico e appassionato dei film di Steven Spielberg - monta una telecamera nascosta, prepara alla perfezione il set, per il "suo" personale "primo bacio" con la bella Jen, venuta appositamente e inconsapevolmente dalla Grande Città per coronare il suo Grande Sogno Cinematografico (ovvero, dare il suo primo bacio alla sua prima ragazza e farlo diventare una scena di un film, il film della sua vita, la sua vita che ha senso soltanto se diventa un film e altri innumerevoli e postmoderni viluppi semantici). Cosa significa tutto questo? Cosa significa tutta questa stratificazione continua, questo batti e ribatti, manipolare e spianare, pestare e frollare, tra fiction e realtà? Cosa provocano - cosa provocheranno nei decenni e nei secoli futuri? generazione dopo generazione - cosa provocheranno queste mitragliate di virtuale dentro il reale con il rischio che tutto diventi un unico blob amorfo e mastodontico, trasudante nevrosi, complessi e distorsioni più o meno palesi?
Nel L'Ospite inquietante (2), il filosofo e psicanalista italiano Umberto Galimberti scrive: "Penso che la generazione dei nostri figli abbia, rispetto a quella dei loro genitori, un'emotività più incontrollata e uno spazio di riflessione molto più modesto. Il loro fondo emotivo è stato sollecitato fin dalla sua più tenera età da un volume di sensazioni e impressioni eccessive rispetto alla loro capacità di contenimento. Sin dai primi anni di vita hanno fatto troppa esperienza (televisiva e non) rispetto alla loro capacità di elaborarla".Note 1) Guarda la scena su youtube.2) Bello il libro di Galimberti, una riflessione rigorosa ma appassionata sui giovani e il nichilismo. Non so che valenza abbia, dico proprio a livello di contenuti innovativi e originali, però di certo Galimberti è un grandissimo divulgatore. Puoi trovarlo su Amazon.

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