De Bello Alieno
di Davide Del Popolo Riolo
Titolo: De Bello Alieno
Autore: Davide Del Popolo Riolo
Serie: //
Edito da: Delos Books
Prezzo: cartaceo 12.00 € // ebook 3.99 €
Genere: Fantasy, fantascienza
Pagine: 246 p.
Trama: Cosa sarebbe stata Roma se Giulio Cesare avesse messo il suo genio al servizio della tecnologia anziché della guerra? ROMANZO VINCITORE DEL PREMIO ODISSEA 2014
44 avanti Cristo. Roma è la capitale del mondo civilizzato, la sua egemonia si estende dall’Oceano all’Asia, dalle Gallie all’Egitto. Non c’è esercito in grado di opporsi alla forza delle legioni romane e dei loro fucili. Bighe a motore sfrecciano per le strade, treni a vapore collegano le più remote province alla Città Eterna.L’artefice di queste conquiste ha un nome: Caio Giulio Cesare, il geniale scienziato e imprenditore che, costretto da Silla ad abbandonare la carriera politica e militare, ha dedicato tutto il suo ingegno alla scienza e alla sua applicazione tecnica. Ma lontano, oltre la notte buia e senza confini dello spazio, una Razza anziana e morente scruta, con muta ostilità ed invidia, il pianeta Terra, scruta Roma e le sue conquiste. Dal loro mondo spoglio e arido, battuto da venti e tempeste e scosso dai terremoti, esseri alieni osservano, con immoto odio, chi ha ciò che non possono più avere. Vedono gli uomini crescere e moltiplicarsi, domare gli animali e coltivare la terra. E poi estrarre il carbone, solcare i mari con navi a motore e la terra con veicoli meccanici. E prendono una decisione: occorre fermare i terrestri prima che diventino troppo pericolosi.Occorre distruggere Roma.
di Danylù
anno 2014 d.C. sul finire della stagione arida. Con somma tristezza e rammarico comunico ai miei lettori che la fine della letteratura è arrivata. Predico codesta profezia da sin troppo tempo, senza che alcuno vi abbia prestato ascolto. Forse, però, non tutte le speranze sono perdute, confido nella grazia divina, o nella somma scienza, sperando che prima o poi la salvezza arrivi. Con affetto, vostra Danylù
Ho deciso di iniziarla così questa recensione. Un po’ per farvi capire quale è il tono del libro che sto per recensire.
Qui, in attesa che a Roma la situazione migliorasse, e quindi di potervi rientrare, animato da insaziabile curiosità com’era, cominciò a frequentare la Biblioteca e il Museo, ove conobbe e divenne amico di Erone il Vecchio…
Questo un piccolo estratto, tanto per dare un esempio. Tutto il libro è così. Epistole su epistole. Pagine di diari privati alternate a articoli di giornale. Nulla di nuovo ovviamente, e nulla di così sbagliato. Amo la forma epistolare e i diari (mi viene da pensare a Dracula di Bram Stoker, scritto interamente così), il problema non è però la forma narrativa. Il grosso ostacolo è la forma stilistica. Se io scrivo dell’antica Grecia, non devo mica scrivere in antico greco. Così se scrivo della Roma di Cesare, non devo necessariamente usare il loro ampolloso e ostico linguaggio.
Sicuramente l’autore ha dimostrato di avere un’eccellente conoscenza della storia dell’antica Roma, anche perché solo con un presupposto del genere si può pensare di cambiare il ruolo ad alcuni personaggi, modificare eventi e addirittura anticipare la rivoluzione industriale di circa un millennio. Ok, caro autore, conosci la storia, anche bene. Però forse il tuo posto sarebbe più “azzeccato” all’università. Magari una bella cattedra di storia romana. Eh?
Io apprezzo le citazioni nei libri, i cross over tra personaggi esistenti e inventati, anche la sovrapposizione di epoche, l’immaginazione fervida e tutti quegli ingredienti che rendono un libro geniale o quanto meno appetibile. Però tutto va saputo dosare. Questo è l’errore del principiante. L’autore esordiente, purtroppo, sovente viene lasciato a se stesso, viene pubblicato, non viene editato nemmeno bene, e nessuno si prende la briga di dargli quei consigli importanti e indispensabili per rendere il romanzo, la propria creatura, un bocconcino quanto meno appetibile.
Odio i refusi nei libri. Dimostrano fretta di pubblicare e/o poca attenzione e cura nei dettagli. Così, dinnanzi a un libro scritto con stile così aulico e altisonante, proprio nel modo dell’antica Roma Imperiale (ringrazio Dio che l’autore non ha deciso di scrivere l’intero libro in latino!), non ti aspetti proprio errori di digitazione. Ti aspetti che qualche editor lo abbia curato. Invece no. O se è stato fatto, l’attenzione dedicata non è stata sufficiente.
Ma passiamo alla trama. Interessante, ok. Nulla di geniale però. Purtroppo, proprio a causa del (lasciatemi passare il termine) noiosissimo stile, l’atmosfera steampunk non si respira per niente. Così non sai se ti trovi dinnanzi a un romanzo storico, a uno steampunk, a uno sci-fi… insomma, tutto molto anonimo. C’è ciascuno dei filoni narrativi che ho citato, ma non ne emerge nessuno.
Cito un romanzo Steampunk che ho letto un anno e mezzo fa circa, di un’autrice esordiente, Emanuela Valentini, che per quanto opera inedita, di una scrittrice ancora non affermata, si presentava impeccabile nella forma, nella scrittura e soprattutto nello stile. L’aria steam, si respira a pieni polmoni. Anzi, a tratti trattieni il fiato, tanto il vapore, il carbone e l’unto di quel mondo siano tridimensionali. Anche lì abbiamo uno stile piuttosto aulico e ricercatezza nei termini, un po’ come i grandi della letteratura di fin de siècle, ma sicuramente più scorrevole e adatto anche a palati non troppo raffinati. Ma potrei citare anche Mondo9 di Tonani, uno steampunk sui generis il cui lezzo di olio bruciato ti accompagna capitolo dopo capitolo.
Lo steampunk è già di per sé un genere letterario particolare, una branca della sci-fi, che soprattutto nella nostra bella e ridente penisola italica, non viene molto compreso e il cui successo è dato soprattutto da una piccola nicchia di “appassionati”. Se a questo, aggiungiamo anche un modo di scrivere troppo “legnoso” e poco scorrevole, il risultato sarà un romanzo letto da pochi, pochissimi prescelti.
Devo però ammettere che mi è piaciuta la costruzione dei personaggi. Ognuno ha un carattere ben definito. Cesare è una figura di spicco (forse troppo, ma dopotutto è il protagonista), il cui carattere deciso, autoritario, gentile ma anche terribile e determinato, si respira a ogni pagina. Affascinante. Poi c’è Catone, l’antagonista che odia in maniera viscerale l’innovazione. Il retore che vuol a tutti costi spiccare dinnanzi alla schiacciante figura di Cesare. Un character anche questo decisamente riuscito. Clodia, Giulia, Servilia, donne tutte diverse tra loro, ma ognuna con una sua personalità ben definita. L’eccentrica, la gentile, la grintosa, insomma, se riesci a identificare un personaggio anche solo con un aggettivo, beh, la veridicità dello stesso è assicurata. Ovviamente, ognuno di loro nasconde varie caratteristiche e personalità ben complesse.
Dunque questo fa guadagnare al romanzo qualche punto in più nella mia valutazione. Poi il titolo: De bello alieno. Ma che titolo è? E la copertina? Vogliamo parlarne? No no, presentatemi il grafico vi prego. Davvero molto steampunk, complimenti. Cari autori, cari editori, curate questi particolari, perché se la letteratura sta morendo è anche a causa di questo. Da un lato case editrici che qualsiasi cosa pubblicano, la impacchettano in copertine con fighi nudi muscolosi, o strafighe in espressioni da ebete, o adolescenti perfetti le cui labbra si sfiorano impercettibilmente, o dall’altra parte, copertine antiquate, con colori “stonati”, font inadeguati, impaginazione inesistente e insomma, non lamentiamoci se in Italia va solo porcheria.
Prego tutti di essere obiettivi e soprattutto di non prendere i miei commenti sul personale. Faccio il mio lavoro. Sostengo la cultura, apprezzo il bello e “canto” la perfettibilità di ogni cosa. Comunque a mio avviso questo romanzo è stato eccessivamente sopravvalutato.
Davide Del Popolo Riolo è nato ad Asti nel 1968. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino nel 1992, è avvocato e svolge la professione a Cuneo, dove vive. Da quattro anni è anche segretario dell’Ordine Avvocati di Cuneo. Ama viaggiare in Europa e in questi anni ne ha visitata una buona parte. Fin da ragazzino ha amato la storia e la letteratura, anche e soprattutto fantascienza e fantasy, ma non solo.Con De Bello Alieno, vincitore del Premio Odissea 2014, ha messo insieme due passioni (fantascienza e storia) e ha realizzato il sogno di vedere un suo romanzo pubblicato.