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De Benedetti: «detassare la pubblicità per salvare i quotidiani»

Creato il 24 febbraio 2013 da Redazione Firstmaster Magazine @FirstMasterFad

Roma – Ancora una trovata di Carlo De Benedetti, il presidente del Gruppo editoriale L’Espresso, “per salvare molte decine di giornali che altrimenti chiuderanno nel corso del 2013″.

Per far fronte alla crisi della carta stampata, De Benedetti propone un credito d’imposta per le aziende che investono in pubblicità. In pratica, incentivando sul piano fiscale la pubblicità sui giornali (cioè scalando dalle tasse parte degli investimenti pubblicitari), si darebbe ossigeno ai giornali.

Perché questo privilegio agli editori?

Secondo De Benedetti, «occorre la consapevolezza che il settore è arrivato al limite della sua sopravvivenza» e «cercare di preservare l’editoria sana e aiutare le aziende inserzioniste a farsi meglio conoscere è vitale per la crescita civile ed economica del Paese».

La proposta è apparsa su Repubblica e sul mensile Prima Comunicazione. Si tratta di «una proposta semplice — spiega De Benedetti — introducibile immediatamente e che potrebbe essere positiva per il Paese, per i conti dello Stato, per la sopravvivenza di uno strumento fondamentale di democrazia», perché « è un’esigenza democratica che giornali con diverse opinioni sopravvivano nonostante la drammaticità della situazione».

Sempre secondo De Benedetti, un provvedimento di questo tipo «sarebbe ampiamente recuperato dallo Stato sotto forma di maggior lavoro, meno cassa integrazione (quando bastasse), più Iva e più Pil».

Nel 2009, «tassare Internet per sostenere i quotidiani»

Già nel settembre del 2009, il grande imprenditore aveva proposto inutilmente una rendita automatica a favore dei quotidiani. Una rendita di posizione creata con una piccola tassa temporanea su tutte le connessioni Internet. 
Secondo De benedetti, visto che tramite internet molti lettori fanno a meno dell’acquisto in edicola, si concretizzata «l’opportunità di girare agli editori, a compensazione della quota del valore creato a vantaggio degli operatori di telefonia, una piccola parte di quanto pagano gli utilizzatori per l’Adsl o per la connessione a Internet in mobilità».

Loredana Ferrari

Nella foto: quasi uno scoop di Repubblica-Firenze.


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