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De figure di santi riformatori. Angela Tagliafico, “Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila. Due itinerari spirituali a confronto”

Creato il 30 marzo 2011 da Retroguardia

De figure di santi riformatori. Angela Tagliafico, “Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila. Due itinerari spirituali a confronto”Angela Tagliafico, Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila. Due itinerari spirituali a confronto, Edizioni OCD, 2009, pp.481, € 20,00

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di Francesco Sasso


Nel XV e XVI secolo, la crisi delle struttura ecclesiastiche e della religiosità del mondo cattolico non mancò di coinvolgere anche la vita del pontificato romano. Frati e prelati, monasteri, vescovati e parrocchie spesso non mancavano di offrire, e in larga misura, esempi d’ignoranza religiosa e di rilassamento morale. Parroci e vescovi sempre più spesso anteponevano, ormai, ai loro doveri di pastori d’anime gli interessi temporali. Fu così che vistosi e ripetuti esempi di generale decadimento della vita etico-religiosa esercitavano sulla mentalità e sui costumi dei fedeli una profonda influenza e generavano spesso atteggiamenti di sfiducia nei riguardi della Chiesa e della sua missione spirituale.

Eppure, malgrado il profondo decadimento della vita ecclesiastica, andava facendosi strada, tra la fine del sec. XV e il XVI, un movimento di riforma religiosa che spingeva taluni monasteri ad una più stretta osservanza delle regole originarie.

Tuttavia, proposte e iniziative di rinnovamento cristiano vennero anche dal mondo della cultura umanistica. Erasmo de Rotterdam (1466-1536) ne fu l’esponente più autorevole. Allo stesso tempo, il luteranesimo si diffuse rapidamente. Alla morte di Lutero (1545), mezza Europa era protestante: Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Inghilterra, Stati Baltici, Scandinavia. Gli unici paesi ancora legati alla Chiesa Cattolica erano quelli del vecchio ceppo latino: Francia, Italia e Spagna.

Il dilagare dell’eresia protestante mise subito la chiesa nella necessità di operare una vera riforma. Il Concilio di Trento, indetto da Paolo III, era un potente argine a un ulteriore irrompere del protestantesimo.

E i santi riformatori non mancarono. La Spagna fu centro vivace di vita spirituale dove agirono vari movimenti dotati di spirito missionario e di una straordinaria potenza di attrazione. Fra i vari protagonisti, due straordinarie figure di santi sociali, non eremiti, che furono insieme apostoli, dottori, riformatori: Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila.

Tutto ciò è raccontato bene nel recente e voluminoso saggio di Angela Tagliafico, dal titolo Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila. Due itinerari spirituali a confronto (Edizioni OCD, 2009). Il volume è un’analisi attenta e preziosa del cammino spirituale dei due santi immersi in una situazione storica difficile ed effervescente, come ho poc’anzi riassunto. La studiosa Angela Tagliafico ripercorre la vita terrena e spirituale di Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila attraverso la lettura e l’interpretazione minuziosa dell’Autobiografia, degli Esercizi spirituali, delle Costituzioni della Compagnia di Gesù, del Diario spirituale e dell’Epistolario di Ignazio di Loyola; e attraverso la lettura de Vita, il Cammino di perfezione, il Castello interiore, le Fondazioni e L’epistolario di Teresa D’Avila.

Al centro dell’esperienza spirituale dei due santi spagnoli ci sono «il richiamo alla vita interiore, il culto dell’orazione mentale e la forte spinta verso le alte zone della vita mistica» (p.13).

Il saggio prende le mosse dall’analisi puntuale delle correnti spirituali europee che influenzano la Spagna del XVI: la devotio moderna, il cristianesimo interiore, la corrente savonarioliana, il movimento protestante. A questi si aggiunga la corrente «genuinamente spagnola» degli alumbrados. Poi lo studio racconta minuziosamente la vita dei due santi, la loro conversione e la fondazione dei due nuovi Ordini: adatta ai tempi nuovi e al servizio della chiesa, la Compagnia di Gesù di Ignazio di Loyola; dedicata alla rinascita dell’antico ordine contemplativo dei carmelitani, i Carmelitani scalzi di Teresa D’Avila. Ulteriore sviluppo dell’analisi della studiosa è il serrato confronto del cammino spirituale dei due santi «allo scopo di sottolineare le convergenze e le diversità» (p.17), per poi approfondire i temi che «rilevano interamente i due itinerari spirituali di Ignazio di Loyola e Teresa d’Avila: il cristocentrismo, la preghiera e il servizio ecclesiale».

Per concludere, dalla lettura di Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila. Due itinerari spirituali a confronto emergono due diverse figure di scrittori: concreto e privo di orpelli i testi di Ignazio di Loyola, narratrice di razza Teresa D’Avila, la quale riesce a raccontare e descrivere le “grazie”, le visioni, le estasi in testi ancora oggi leggibili, in cui l’analisi raffinata dell’esperienza mistica si fonde con la poesia e la psicologia. Tuttavia, per Ignazio di Loyola e Teresa D’Avila la scrittura è un modo di capire e comunicare al lettore la propria esperienza spirituale.

f.s.

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