"Vogliono far fallire il calcio italiano per fare un favore a Berlusconi". Queste sono state le parole di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che ha abbandonato la sede della Lega Calcio di Milano dove è ancora in corso l'assemblea in cui si discute dei diritti televisivi per le partite del prossimo campionato.
"Si cerca di vendere ad un prezzo bassissimo a Mediaset, dicendo che Mediaset non riesce a fare proseliti con il digitale terrestre, è colpa nostra? E poi perchè devo andare a svendere oggi quello che deve andare in onda tra un anno e mezzo?".
"Oggi come oggi, in parte grazie alla legge Melandri, in parte per favorire Mediaset e Berlusconi, Infront tra un anno ci bloccherà per tre anni". . Secondo De Laurentiis : "L'offerta proposta dall'advisor della Lega Calcio Infront per la cessione dei diritti delle partite di serie A è di poco superiore rispetto a quella precedente e non offre abbastanza garanzie. Lo abbiamo visto con Dhalia che non ci ha dato garanzie e ci ha portato a meno 60 milioni, chi ce li dà adesso?".
"Galliani fa bene a risentirsi, perchè difende i colori del suo gruppo, però qui c'è di mezzo il calcio italiano e la sopravvivenza degli altri club. Perchè poi i club minori non hanno il coraggio di parlare perchè hanno paura del potere. E quindi Bogarelli (presidente di Infront) dice che sta tutto nelle mani del garante e se questo garante invece di essere garante della democraticità di poter vendere nel libero mercato, deve essere garante solo dei poteri forti, allora ce ne andiamo tutti quanti a casa e i 30 milioni di tifosi della serie A saranno delusi".
"Bisogna che ci sediamo con Petrucci, Abete, Berlusconi e che facciamo le persone serie e pensare al futuro dell’Italia. Non si può sempre fare il gioco delle tre carte. Ora bisogna avere il coraggio di fare tabula rasa e di ripartire da galantuomini. Io me ne sto andando perchè il mio tempo è sacro, e quando vedo che ad un certo punto c’e’ la prevaricazione totale e tutto quanto è già predeterminato allora non mi sta bene. Se resto divento complice di fatti che un domani mi potranno essere rimproverati”.