Magazine Poesie

De profundis.

Da Monicasartori @carboncini
Ieri. Il mondo si è svegliato anche ieri. Solo lei dormiva ancora, dormiva come sempre, come sempre ad un passo dal declivio. Lacrime come prodotto del suo ingegno, di più non sapeva fare. Perseguitata da demi mond che la accerchiavano senza lasciarla respirare. Uno zaino pesantemente carico di solitudine, di amarezza, era la sua unica ricchezza. La sua bellezza non si accordava con il deserto in cui la scaraventavano i sentimenti, nei de profundis per la sua anima che stava cedendo. Pericolosamente ad un passo dal nulla, da sempre. I suoi occhi chiedevano aiuto, la sua voce roca smentiva questa richiesta. Sempre in compagnia della sensazione di abbandono, lei lasciata sola da tutte le persone che avevano costellato la sua vita. Succedeva, prima o poi e lei lo sapeva. Riconosceva di essere pericolosa, sapeva. Nessuno era mai stato capace di ammirarne la bellezza interiore, fino a che lei non l'aveva abbandonata per la via più facile dei paraventi. Quante maschere aveva indossato nella sua vita. Quante ne avrebbe indossato ancora. Perennemente preda e carnefice di compromessi e incomprensioni. Lei china su se stessa, soffocata dalla sua stessa immobilità, fuoco crudele che non le permetteva di rinascere, una volta sola, altro non chiedeva. Una mano tesa, un braccio forte, le erano negati. Lei...
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